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Trump ottiene da Novo Nordisk e Eli Lilly un taglio dei prezzi dei farmaci anti-obesità. Mentre Novo e Pfizer si sfidano per la biotech Metsera, in un’operazione da 10 miliardi di dollari.
In gioco c’è il dominio in un mercato da circa 150 miliardi di dollari nel prossimo decennio. La corsa ai farmaci dimagranti, il business più redditizio della farmaceutica moderna, è diventata anche una battaglia politica e industriale che intreccia le mosse di Donald Trump, Novo Nordisk e Pfizer.
Giovedì alla Casa Bianca, il presidente Trump ha annunciato un accordo «storico» con Eli Lilly e Novo Nordisk per ridurre drasticamente i prezzi dei farmaci anti-obesità più richiesti, come Wegovy, Ozempic, Mounjaro e Zepbound. I listini mensili passeranno da oltre mille dollari a circa 350 attraverso il nuovo portale federale TrumpRx, operativo dal 2026, e scenderanno fino a 245 dollari per chi è iscritto a Medicare e Medicaid.
L’operazione ha anche una forte valenza politica: Trump rilancia in chiave populista una misura nata durante l’amministrazione Biden, promettendo di «rendere accessibili i farmaci dimagranti agli americani comuni» e utilizzando la piattaforma TrumpRx come simbolo del suo nuovo programma di controllo dei prezzi. Circa il 10% dei beneficiari di Medicare avrà in questo modo accesso agevolato ai farmaci nel 2026, con una spesa mensile di 50 dollari.
La conferenza nello Studio Ovale si è chiusa con un episodio inatteso: uno dei dirigenti di Novo Nordisk è svenuto durante l’annuncio. Nessuna conseguenza, ma la scena ha reso visibile, più di qualsiasi dato finanziario, la pressione che accompagna la nuova frontiera dei farmaci dimagranti rendendo evidente come la corsa all’obesità sia diventata anche una gara simbolica tra aziende, governi e promesse elettorali.
Mentre Novo Nordisk cerca di contenere le perdite in Borsa (il titolo ha perso circa il 50% da inizio anno sul listedio di Copenaghen), Pfizer rilancia la propria offensiva nel campo dell’obesità: la multinazionale americana è impegnata in un duello da 10 miliardi di dollari con Novo per acquisire Metsera, una startup americana di biotecnologie che sviluppa farmaci di nuova generazione contro l’obesità.
La Delaware Chancery Court ha però respinto la richiesta di Pfizer di ottenere un’ordinanza restrittiva temporanea, che impedisse a Metsera di recedere dall’accordo con l’azienda americana e accettare la proposta di Novo Nordisk. La Federal Trade Commission, nel frattempo, ha avvertito che il piano di Novo potrebbe eludere la revisione regolatoria obbligatoria.
La battaglia è appena cominciata. Ma l’immagine dello Studio Ovale di giovedì — Trump sorridente accanto ai manager esausti, tra le bandiere e le telecamere — resta il ritratto più fedele di un’America dove persino la perdita di peso è diventata questione di potere.
In gioco c’è il dominio in un mercato da circa 150 miliardi di dollari nel prossimo decennio. La corsa ai farmaci dimagranti, il business più redditizio della farmaceutica moderna, è diventata anche una battaglia politica e industriale che intreccia le mosse di Donald Trump, Novo Nordisk e Pfizer.
Giovedì alla Casa Bianca, il presidente Trump ha annunciato un accordo «storico» con Eli Lilly e Novo Nordisk per ridurre drasticamente i prezzi dei farmaci anti-obesità più richiesti, come Wegovy, Ozempic, Mounjaro e Zepbound. I listini mensili passeranno da oltre mille dollari a circa 350 attraverso il nuovo portale federale TrumpRx, operativo dal 2026, e scenderanno fino a 245 dollari per chi è iscritto a Medicare e Medicaid.
L’operazione ha anche una forte valenza politica: Trump rilancia in chiave populista una misura nata durante l’amministrazione Biden, promettendo di «rendere accessibili i farmaci dimagranti agli americani comuni» e utilizzando la piattaforma TrumpRx come simbolo del suo nuovo programma di controllo dei prezzi. Circa il 10% dei beneficiari di Medicare avrà in questo modo accesso agevolato ai farmaci nel 2026, con una spesa mensile di 50 dollari.
La conferenza nello Studio Ovale si è chiusa con un episodio inatteso: uno dei dirigenti di Novo Nordisk è svenuto durante l’annuncio. Nessuna conseguenza, ma la scena ha reso visibile, più di qualsiasi dato finanziario, la pressione che accompagna la nuova frontiera dei farmaci dimagranti rendendo evidente come la corsa all’obesità sia diventata anche una gara simbolica tra aziende, governi e promesse elettorali.
Mentre Novo Nordisk cerca di contenere le perdite in Borsa (il titolo ha perso circa il 50% da inizio anno sul listedio di Copenaghen), Pfizer rilancia la propria offensiva nel campo dell’obesità: la multinazionale americana è impegnata in un duello da 10 miliardi di dollari con Novo per acquisire Metsera, una startup americana di biotecnologie che sviluppa farmaci di nuova generazione contro l’obesità.
La Delaware Chancery Court ha però respinto la richiesta di Pfizer di ottenere un’ordinanza restrittiva temporanea, che impedisse a Metsera di recedere dall’accordo con l’azienda americana e accettare la proposta di Novo Nordisk. La Federal Trade Commission, nel frattempo, ha avvertito che il piano di Novo potrebbe eludere la revisione regolatoria obbligatoria.
La battaglia è appena cominciata. Ma l’immagine dello Studio Ovale di giovedì — Trump sorridente accanto ai manager esausti, tra le bandiere e le telecamere — resta il ritratto più fedele di un’America dove persino la perdita di peso è diventata questione di potere.