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Un'ingannevole maestra di scuola, senza diploma. La Corte dei Conti di Venezia ha condannato una donna di 57 anni a restituire 90mila euro al Ministero dell'Istruzione dopo aver sostenuto di avere un diploma di maturità senza esserne effettivamente possessore.
La vicenda è iniziata nel 2023 quando la segreteria di un Istituto comprensivo di Pescantina in provincia di Verona ha avanzato dubbi sul possesso del diploma della scuola secondaria. La donna, all'epoca impegnata come supplente nella stessa scuola, aveva reso una serie di autocertificazioni che affermavano di avere ottenuto il diploma nel 1988.
Tuttavia, è emerso che la falsa maestra aveva fatto riferimento a un attestato che si trovava tra i "non mature" del liceo Montanari. La donna aveva anche presentato una denuncia di smarrimento del diploma, ma non si era mai costituita in giudizio davanti ai giudici contabili.
La Corte dei Conti ha stabilito che la donna è stata condannata a restituire 91.676 euro al Ministero dell'Istruzione. Il tribunale di Verona aveva già disposto la risoluzione del contratto di supplenza annuale per 24 ore settimanali e il licenziamento senza preavviso.
Il destino della donna è comunque segnato, poiché l'ordinamento individua nel possesso del titolo di studio la garanzia della professionalità necessaria allo svolgimento della funzione pubblica. I giudici contabili hanno anche stabilito che le ripetute autocertificazioni sono indice di una stabile consapevolezza della falsità delle dichiarazioni.
La sentenza della Corte dei Conti di Venezia è un esempio della gravità degli errori commessi da chi si avvicina alla carriera pubblica senza avere le qualifiche necessarie.
La vicenda è iniziata nel 2023 quando la segreteria di un Istituto comprensivo di Pescantina in provincia di Verona ha avanzato dubbi sul possesso del diploma della scuola secondaria. La donna, all'epoca impegnata come supplente nella stessa scuola, aveva reso una serie di autocertificazioni che affermavano di avere ottenuto il diploma nel 1988.
Tuttavia, è emerso che la falsa maestra aveva fatto riferimento a un attestato che si trovava tra i "non mature" del liceo Montanari. La donna aveva anche presentato una denuncia di smarrimento del diploma, ma non si era mai costituita in giudizio davanti ai giudici contabili.
La Corte dei Conti ha stabilito che la donna è stata condannata a restituire 91.676 euro al Ministero dell'Istruzione. Il tribunale di Verona aveva già disposto la risoluzione del contratto di supplenza annuale per 24 ore settimanali e il licenziamento senza preavviso.
Il destino della donna è comunque segnato, poiché l'ordinamento individua nel possesso del titolo di studio la garanzia della professionalità necessaria allo svolgimento della funzione pubblica. I giudici contabili hanno anche stabilito che le ripetute autocertificazioni sono indice di una stabile consapevolezza della falsità delle dichiarazioni.
La sentenza della Corte dei Conti di Venezia è un esempio della gravità degli errori commessi da chi si avvicina alla carriera pubblica senza avere le qualifiche necessarie.