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Un colpo di scena nella caccia all'uomo Elia Del Grande. Il cinquantenne, con una condanna a 26 anni e quattro mesi per la famigerata strage della sua famiglia a Varese nel '98, è stato finalmente trovato. E non solo, ma anche arrestato dai carabinieri del reparto operativo di Modena e del reparto operativo di Varese.
Secondo le indagini, Del Grande aveva scontato la condanna e poi era stato in libertà vigilata per un breve periodo. Ma appena uscito dalla "casa lavoro" a Castelfranco Emilia, l'uomo decise di fuggire, lasciando dietro di sé una scia di incertezza.
La ricerca dell'uomo sottoposto alla misura di sicurezza era stata lunga e difficile. Del Grande aveva sfruttato la sua conoscenza del territorio per muoversi liberamente tra le campagne vesubane, potendo contare anche sull'aiuto di persone che lo aiutavano a nascondersi.
In un giro di vite, l'uomo ha addirittura servito si di un pedalò per raggiungere il lago di Monate. Era una mossa disperata, ma Del Grande non aveva esitato ad usarla. E poi, come se non bastasse, ha anche usato un aiuto per sfuggire alle ricerche.
La cattura è avvenuta la sera del mercoledì scorso, dopo le prime informazioni che si erano diffuse in serata. L'uomo è stato trovato a Cadrezzate con Osmate, nel Varesotto, il paese dove ha commesso il crimine. La notizia si è diffusa poco dopo le 20 del mercoledì e l'attività è stata eseguita dai carabinieri del reparto operativo di Modena e del reparto operativo di Varese.
Il motivo della fuga è stato la stessa, come aveva spiegato Del Grande in una lettera inviata a Varese News il 6 novembre scorso. La "casa lavoro" dove avrebbe dovuto passare altri cinque mesi era considerata troppo limitativa e Del Grande ha deciso di lasciarla per sfuggire alle ricerche.
Con ogni probabilità, con la cattura dell'uomo, vengono anche assolte le formalità di rito. Ma ora Del Grande sarà riportato nella struttura dalla quale si è allontanato, senza poter più sfruttare della libertà. Una conclusione giusta per un caso così brutto e terribile.
Secondo le indagini, Del Grande aveva scontato la condanna e poi era stato in libertà vigilata per un breve periodo. Ma appena uscito dalla "casa lavoro" a Castelfranco Emilia, l'uomo decise di fuggire, lasciando dietro di sé una scia di incertezza.
La ricerca dell'uomo sottoposto alla misura di sicurezza era stata lunga e difficile. Del Grande aveva sfruttato la sua conoscenza del territorio per muoversi liberamente tra le campagne vesubane, potendo contare anche sull'aiuto di persone che lo aiutavano a nascondersi.
In un giro di vite, l'uomo ha addirittura servito si di un pedalò per raggiungere il lago di Monate. Era una mossa disperata, ma Del Grande non aveva esitato ad usarla. E poi, come se non bastasse, ha anche usato un aiuto per sfuggire alle ricerche.
La cattura è avvenuta la sera del mercoledì scorso, dopo le prime informazioni che si erano diffuse in serata. L'uomo è stato trovato a Cadrezzate con Osmate, nel Varesotto, il paese dove ha commesso il crimine. La notizia si è diffusa poco dopo le 20 del mercoledì e l'attività è stata eseguita dai carabinieri del reparto operativo di Modena e del reparto operativo di Varese.
Il motivo della fuga è stato la stessa, come aveva spiegato Del Grande in una lettera inviata a Varese News il 6 novembre scorso. La "casa lavoro" dove avrebbe dovuto passare altri cinque mesi era considerata troppo limitativa e Del Grande ha deciso di lasciarla per sfuggire alle ricerche.
Con ogni probabilità, con la cattura dell'uomo, vengono anche assolte le formalità di rito. Ma ora Del Grande sarà riportato nella struttura dalla quale si è allontanato, senza poter più sfruttare della libertà. Una conclusione giusta per un caso così brutto e terribile.