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"La foto che può cambiare la storia, ma non è abbastanza". I recenti sviluppi sull'omicidio di Garlasco hanno messo in discussione l'importanza delle prove fotografiche e genetiche. Una fotografia scattata da Andrea Sempio, una delle persone più vicine al delitto, è stata riemersa da un vecchio hard disk ed è ora oggetto di attenzione della Procura.
La domanda è: che cosa dovrebbe dimostrare questa foto per poter riscrivere la storia? La risposta è che non è abbastanza. Sempio ha sempre affermato di essere stato vicino alla villa Poggi poco dopo il delitto, ma anche questa foto conferma solo ciò che già sapevamo. Il linguaggio del corpo di Sempio non è un alibi e non certifica la sua buona fede.
In particolare, gli occhi di Sempio non mostrano tensione laterale, una contrazione microscopica che si verifica quando una persona tratta menzogna o aggressività. Al contrario, le sue palpebre sono rilassate e prive di qualsiasi segno di rabbia.
La bocca leggermente socchiusa potrebbe sembrare un dettaglio insignificante, ma è proprio questo che rende così importante. Quando una persona tratta menzogna o aggressività, le labbra si serrano. Qui no, c'è un'apertura morbida e un'espressione assorbita dal momento.
Tuttavia, la cosa più interessante è il DNA sui margini ungueali della vittima. Il profilo con 12 marcatori potrebbe sembrare convincente, ma non è abbastanza. Per attribuire una paternità genetica oggi ne servono almeno 27 (non 16). E poi c'è la foto dell'impronta 33, un'immagine priva del frammento murario che rende difficile l'attribuzione a qualsiasi persona.
Quanto alle indagini scientifiche, sembra essere passato in cavalleria il DNA di Stasi sulla spazzatura. E allora, dove è il collegamento? La Procura ha convocato perfino la fotografa che ha scattata l'immagine, ma non ci sono ancora prove sufficienti per riscrivere la storia.
L'idea che una fotografia possa ribaltare la storia è insieme inquietante e grottesca. Una foto non prova un omicidio e una telefonata pregressa non crea un movente. E un ragazzo seduto in auto non diventa un assassino per il bisogno di riaprire un capitolo che non si vuole chiudere.
In sintesi, la fotografia di Sempio potrebbe essere un dettaglio importante, ma non è sufficiente da solo per cambiare la storia. Il caso di Garlasco rimane aperto, e ci vorranno ancora molte indagini e prove per scoprire la verità.
La domanda è: che cosa dovrebbe dimostrare questa foto per poter riscrivere la storia? La risposta è che non è abbastanza. Sempio ha sempre affermato di essere stato vicino alla villa Poggi poco dopo il delitto, ma anche questa foto conferma solo ciò che già sapevamo. Il linguaggio del corpo di Sempio non è un alibi e non certifica la sua buona fede.
In particolare, gli occhi di Sempio non mostrano tensione laterale, una contrazione microscopica che si verifica quando una persona tratta menzogna o aggressività. Al contrario, le sue palpebre sono rilassate e prive di qualsiasi segno di rabbia.
La bocca leggermente socchiusa potrebbe sembrare un dettaglio insignificante, ma è proprio questo che rende così importante. Quando una persona tratta menzogna o aggressività, le labbra si serrano. Qui no, c'è un'apertura morbida e un'espressione assorbita dal momento.
Tuttavia, la cosa più interessante è il DNA sui margini ungueali della vittima. Il profilo con 12 marcatori potrebbe sembrare convincente, ma non è abbastanza. Per attribuire una paternità genetica oggi ne servono almeno 27 (non 16). E poi c'è la foto dell'impronta 33, un'immagine priva del frammento murario che rende difficile l'attribuzione a qualsiasi persona.
Quanto alle indagini scientifiche, sembra essere passato in cavalleria il DNA di Stasi sulla spazzatura. E allora, dove è il collegamento? La Procura ha convocato perfino la fotografa che ha scattata l'immagine, ma non ci sono ancora prove sufficienti per riscrivere la storia.
L'idea che una fotografia possa ribaltare la storia è insieme inquietante e grottesca. Una foto non prova un omicidio e una telefonata pregressa non crea un movente. E un ragazzo seduto in auto non diventa un assassino per il bisogno di riaprire un capitolo che non si vuole chiudere.
In sintesi, la fotografia di Sempio potrebbe essere un dettaglio importante, ma non è sufficiente da solo per cambiare la storia. Il caso di Garlasco rimane aperto, e ci vorranno ancora molte indagini e prove per scoprire la verità.