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L'8 dicembre: vent'anni dopo la marcia dei 30.000 a Venaus
Oggi, da Venaus, in Val di Susa, circa duemila manifestanti hanno percorso i cinque chilometri verso San Giuliano di Susa con un corteo che ha segnato un ritorno al passato della lotta contro la costruzione dell'alta velocità Torino-Lione. Vent'anni fa, nella notte del 8 dicembre 2005, trentamila manifestanti avevano partito da Susa per riprendere i terreni di Venaus e si erano rivolti contro il presidio messo in atto nel cuore della notte per cercare scongiurare l'apertura dei cantieri. Quel giorno ci sono stati scontri con le forze dell'ordine, ma il movimento No Tav non ha mai arretrato.
Oggi, la mobilitazione è stata più tranquilla, ma comunque molto presente. I sindacati di polizia Fsp e Sap hanno riferito intanto di un agente ferito dopo le tensioni avvenute le due sere precedenti ai cantieri a San Didero e a Chiomonte. Si tratta di una violenza che ha solo ritardato i lavori, secondo la deputata di Azione Daniela Ruffino.
Il movimento No Tav, però, non è cambiato. Oggi, come vent'anni fa, si rivolge contro l'opera della alta velocità con un corteo composto da uno spezzone di giovani e da molti attivisti. "L'8 dicembre non è una data qualsiasi", hanno detto gli attivisti. "È l'appuntamento che unisce la memoria viva e la determinazione di un movimento popolare che non ha mai arretrato".
Tuttavia, il movimento No Tav non sembra essere in sintonia con tutti i politici. Molti sindaci sono stati presenti alla manifestazione, ma anche alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle e dell'Azione hanno espresso la loro solidarietà. "Vent'anni fa, nell'autunno caldo del 2005, questa Valle mostrò al Paese intero che cosa significasse difendere il proprio territorio con coraggio e dignità", ha detto Osvaldo Napoli della segreteria nazionale di Azione.
Oggi, da Venaus, in Val di Susa, circa duemila manifestanti hanno percorso i cinque chilometri verso San Giuliano di Susa con un corteo che ha segnato un ritorno al passato della lotta contro la costruzione dell'alta velocità Torino-Lione. Vent'anni fa, nella notte del 8 dicembre 2005, trentamila manifestanti avevano partito da Susa per riprendere i terreni di Venaus e si erano rivolti contro il presidio messo in atto nel cuore della notte per cercare scongiurare l'apertura dei cantieri. Quel giorno ci sono stati scontri con le forze dell'ordine, ma il movimento No Tav non ha mai arretrato.
Oggi, la mobilitazione è stata più tranquilla, ma comunque molto presente. I sindacati di polizia Fsp e Sap hanno riferito intanto di un agente ferito dopo le tensioni avvenute le due sere precedenti ai cantieri a San Didero e a Chiomonte. Si tratta di una violenza che ha solo ritardato i lavori, secondo la deputata di Azione Daniela Ruffino.
Il movimento No Tav, però, non è cambiato. Oggi, come vent'anni fa, si rivolge contro l'opera della alta velocità con un corteo composto da uno spezzone di giovani e da molti attivisti. "L'8 dicembre non è una data qualsiasi", hanno detto gli attivisti. "È l'appuntamento che unisce la memoria viva e la determinazione di un movimento popolare che non ha mai arretrato".
Tuttavia, il movimento No Tav non sembra essere in sintonia con tutti i politici. Molti sindaci sono stati presenti alla manifestazione, ma anche alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle e dell'Azione hanno espresso la loro solidarietà. "Vent'anni fa, nell'autunno caldo del 2005, questa Valle mostrò al Paese intero che cosa significasse difendere il proprio territorio con coraggio e dignità", ha detto Osvaldo Napoli della segreteria nazionale di Azione.