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Una nuova escalation nel conflitto tra gli Stati Uniti e il Venezuela. Due corpi spiaggiati sulla costa colombiana di La Guajira, ritrovati recentemente, hanno sollevato nuovamente i sospetti sulla possibilità che siano vittime dei raid ordinati da Donald Trump contro presunte imbarcazioni sospettate di narcotraffico. Il presidente Gustavo Petro ha chiesto all'Istituto di medicina legale di identificare i corpi con urgenza, considerando possibile un legame con uno degli almeno 21 raid ordinati da Trump, che hanno già causato oltre 80 morti.
La tensione è alta, e la situazione sembra essere in costante evoluzione. Gli Stati Uniti continuano a rafforzare il dispositivo militare nei Caraibi, minacciando operazioni terrestri in Venezuela e autorizzando attività della CIA. Lo spazio aereo venezuelano è stato dichiarato "completamente chiuso", misura che ha isolato il Paese e alimentato timori di escalation.
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha avvertito che un intervento statunitense rischierebbe di "trascinare il Sud America in un conflitto in stile Vietnam", compattando anche parte dell'opposizione attorno a Nicolás Maduro. Il consigliere per la politica estera, Celso Amorim, ha sottolineato l'importanza di evitare una guerra che potrebbe avere conseguenze globali.
Tuttavia, non è escluso che ci siano nuove alleanze filo-statunitensi e che il Venezuela si trovi sempre più isolato. Panama, alleato strategico di Washington, ha offerto la sua mediazione e il governo ha dichiarato se stesso pronto a concedere asilo temporaneo a membri della cerchia ristretta di Maduro.
La situazione è complessa, e la possibilità di un accordo tra Trump e Maduro non sembra escludersi. Le telefonate tra i due leader, il tentativo di mediazione dell'imprenditore brasiliano Joesley Batista e i contatti informali riportati dai media locali indicano una possibile transizione concordata.
Tuttavia, la crisi venezuelana sembra essere sempre più vicina a uno scenario di "portata globale". La pressione militare, l'isolamento diplomatico di Caracas, le nuove alleanze filo-statunitensi e la centralità internazionale del "simbolo" María Corina Machado rendono oggi più vicina che mai un possibile uscita di scena di Nicolás Maduro, in un modo o nell'altro.
La tensione è alta, e la situazione sembra essere in costante evoluzione. Gli Stati Uniti continuano a rafforzare il dispositivo militare nei Caraibi, minacciando operazioni terrestri in Venezuela e autorizzando attività della CIA. Lo spazio aereo venezuelano è stato dichiarato "completamente chiuso", misura che ha isolato il Paese e alimentato timori di escalation.
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha avvertito che un intervento statunitense rischierebbe di "trascinare il Sud America in un conflitto in stile Vietnam", compattando anche parte dell'opposizione attorno a Nicolás Maduro. Il consigliere per la politica estera, Celso Amorim, ha sottolineato l'importanza di evitare una guerra che potrebbe avere conseguenze globali.
Tuttavia, non è escluso che ci siano nuove alleanze filo-statunitensi e che il Venezuela si trovi sempre più isolato. Panama, alleato strategico di Washington, ha offerto la sua mediazione e il governo ha dichiarato se stesso pronto a concedere asilo temporaneo a membri della cerchia ristretta di Maduro.
La situazione è complessa, e la possibilità di un accordo tra Trump e Maduro non sembra escludersi. Le telefonate tra i due leader, il tentativo di mediazione dell'imprenditore brasiliano Joesley Batista e i contatti informali riportati dai media locali indicano una possibile transizione concordata.
Tuttavia, la crisi venezuelana sembra essere sempre più vicina a uno scenario di "portata globale". La pressione militare, l'isolamento diplomatico di Caracas, le nuove alleanze filo-statunitensi e la centralità internazionale del "simbolo" María Corina Machado rendono oggi più vicina che mai un possibile uscita di scena di Nicolás Maduro, in un modo o nell'altro.