VoceDelNord
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"La mia vita tra il ring e l'ombra di Tyson". Sono sempre stato legato a lui, ma non sempre ci sono stato chiaro chi ero io e chi era il mio fratellastro. Ecco perché la mia storia è diventata una vicenda di ombre e di riflessi di un uomo che non riusciva a distaccarsi da una figura che non era mai stata la mia.
Quando ti chiedono chi sei, spesso mi sento confuso. La risposta è facile: sono Cliff Couser, il fratellastro di Mike Tyson. Ma chi sono io? Perché ogni volta che salgo sul ring, sento le mani di lui sulla mia schiena. Forse è solo una questione di somiglianza fisica, ma la sensazione è sempre la stessa.
Sono cresciuto in strada, con i pugni nudi, come dicevo nella mia carriera da dilettante. Ma quando decisi di fare il salto nel professionismo, tutto cambiò. Mi trovai a lottare per un riscatto, cercando una gloria che non mi era mai stata concessa. E ogni volta che ero sul ring, sentivo la presenza di Mike Tyson, come se stesse cercando di rubarmi il mio posto.
La mia carriera è stata lunga e complessa, con 26 vittorie e 22 sconfitte. Ma non sono mai riuscito a raggiungere i vertici della boxe. Eppure, ho sempre avuto una sensazione che fossi destinato a qualcosa di più.
L'incontro con Michael Moorer nel 2006 è stato il momento che ha cambiato tutto. Un ko al primo round che mi ha mandato al tappeto fisicamente e psicologicamente. Da quel giorno, ho iniziato a vedere la mia carriera come una lotta contro me stesso.
E così, ho cercato di superare i miei limiti, di trovare la mia identità. Ma ogni volta che pensavo di averla trovata, sentivo la presenza di Mike Tyson, come se stesse tentando di distruggere tutto ciò che avevo costruito. È stato un ciclo velenoso, e ho cominciato a chiedermi se valga la pena continuare.
Ma non mi sono mai arreso. Anche quando sentivo le mani di Mike Tyson sulla mia schiena, ho continuato a salire sul ring, cercando una sfida esistenziale. E forse, un giorno, ci sarò un confronto tra i due fratellastri che potrebbe cambiare tutto.
Per ora, il mio destino rimane incerto. Ma so che devo continuare a lottare, per me stesso e per la mia identità. Perché, alla fine, non sono solo Cliff Couser, ma anche il fratellastro di Mike Tyson, due facce della stessa medaglia.
Quando ti chiedono chi sei, spesso mi sento confuso. La risposta è facile: sono Cliff Couser, il fratellastro di Mike Tyson. Ma chi sono io? Perché ogni volta che salgo sul ring, sento le mani di lui sulla mia schiena. Forse è solo una questione di somiglianza fisica, ma la sensazione è sempre la stessa.
Sono cresciuto in strada, con i pugni nudi, come dicevo nella mia carriera da dilettante. Ma quando decisi di fare il salto nel professionismo, tutto cambiò. Mi trovai a lottare per un riscatto, cercando una gloria che non mi era mai stata concessa. E ogni volta che ero sul ring, sentivo la presenza di Mike Tyson, come se stesse cercando di rubarmi il mio posto.
La mia carriera è stata lunga e complessa, con 26 vittorie e 22 sconfitte. Ma non sono mai riuscito a raggiungere i vertici della boxe. Eppure, ho sempre avuto una sensazione che fossi destinato a qualcosa di più.
L'incontro con Michael Moorer nel 2006 è stato il momento che ha cambiato tutto. Un ko al primo round che mi ha mandato al tappeto fisicamente e psicologicamente. Da quel giorno, ho iniziato a vedere la mia carriera come una lotta contro me stesso.
E così, ho cercato di superare i miei limiti, di trovare la mia identità. Ma ogni volta che pensavo di averla trovata, sentivo la presenza di Mike Tyson, come se stesse tentando di distruggere tutto ciò che avevo costruito. È stato un ciclo velenoso, e ho cominciato a chiedermi se valga la pena continuare.
Ma non mi sono mai arreso. Anche quando sentivo le mani di Mike Tyson sulla mia schiena, ho continuato a salire sul ring, cercando una sfida esistenziale. E forse, un giorno, ci sarò un confronto tra i due fratellastri che potrebbe cambiare tutto.
Per ora, il mio destino rimane incerto. Ma so che devo continuare a lottare, per me stesso e per la mia identità. Perché, alla fine, non sono solo Cliff Couser, ma anche il fratellastro di Mike Tyson, due facce della stessa medaglia.