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Un giovane romano, Lorenzo Vitali, 30enne, ha commesso un atto di violenza inaudito: uccise con martello la sua nonna, l'80enne Gabriella Armari, lasciando perplessi e sconvolti gli inquirenti. I fatti si sono verificati ieri ad Acilia, nella periferia di Roma.
Il giovane Vitali è stato fermato mentre camminava lungo Viale Giustiniano Imperatore, mentre cercavano di ricostruire le dinamiche del crimine e arrivare al suo movente. Lorenzo non aveva completato gli studi superiori e sembra che non avesse un impiego stabile. Da poco era rientrato in Italia dalla Svizzera, dove viveva con una figlia di 3 anni.
In seguito all'arresto, Vitali è stato interrogato dagli inquirenti, a cui ha dichiarato di aver agito spinto dalla rabbia: "Mi hanno sempre perseguitato. Ce l'hanno tutti con me. Mi deridevano. Venivo umiliato, dicevano che sono un nullafacente". Secondo gli agenti della Squadra mobile, Vitali avrebbe afferrato un martello e si sarebbe scagliato contro il compagno di famiglia, Flavio Rocca, e poi contro la nonna Gabriella Armari.
L'orrore del crimine si è consumato nell'appartamento di famiglia, sito in Via Giuseppe Molteni. A testimoniare la grande violenza dell'attacco sono le ferite riportate da Rocca, che ha perso un orecchio e deve fare i conti con gravi lesioni ad un occhio. Per Gabriella Armari, invece, non c'è stato nulla da fare.
La madre di Vitali, Patrizia Vannettelli, infermiera presso l'Ospedale Sant'Eugenio, si è salvata per miracolo. In seguito all'arresto del figlio, ha confessato di avere dei sospetti sulla salute mentale di Lorenzo, ma non risultano visite specialistiche a riguardo.
Secondo quanto ricostruito, Vitali viveva in Svizzera, dove si trovava la bambina di 3 anni e la madre della piccola. Era arrivato in Italia giovedì scorso, e avrebbe dovuto trattenersi solo per qualche giorno. Non era ospite nella casa di famiglia: aveva infatti preso una stanza vicino ad Acilia.
Scavando nel suo passato, non sono emerse precedenti liti con la famiglia, tuttavia risulta una segnalazione per possesso di droga, ma ad uso personale.
Il giovane Vitali è stato fermato mentre camminava lungo Viale Giustiniano Imperatore, mentre cercavano di ricostruire le dinamiche del crimine e arrivare al suo movente. Lorenzo non aveva completato gli studi superiori e sembra che non avesse un impiego stabile. Da poco era rientrato in Italia dalla Svizzera, dove viveva con una figlia di 3 anni.
In seguito all'arresto, Vitali è stato interrogato dagli inquirenti, a cui ha dichiarato di aver agito spinto dalla rabbia: "Mi hanno sempre perseguitato. Ce l'hanno tutti con me. Mi deridevano. Venivo umiliato, dicevano che sono un nullafacente". Secondo gli agenti della Squadra mobile, Vitali avrebbe afferrato un martello e si sarebbe scagliato contro il compagno di famiglia, Flavio Rocca, e poi contro la nonna Gabriella Armari.
L'orrore del crimine si è consumato nell'appartamento di famiglia, sito in Via Giuseppe Molteni. A testimoniare la grande violenza dell'attacco sono le ferite riportate da Rocca, che ha perso un orecchio e deve fare i conti con gravi lesioni ad un occhio. Per Gabriella Armari, invece, non c'è stato nulla da fare.
La madre di Vitali, Patrizia Vannettelli, infermiera presso l'Ospedale Sant'Eugenio, si è salvata per miracolo. In seguito all'arresto del figlio, ha confessato di avere dei sospetti sulla salute mentale di Lorenzo, ma non risultano visite specialistiche a riguardo.
Secondo quanto ricostruito, Vitali viveva in Svizzera, dove si trovava la bambina di 3 anni e la madre della piccola. Era arrivato in Italia giovedì scorso, e avrebbe dovuto trattenersi solo per qualche giorno. Non era ospite nella casa di famiglia: aveva infatti preso una stanza vicino ad Acilia.
Scavando nel suo passato, non sono emerse precedenti liti con la famiglia, tuttavia risulta una segnalazione per possesso di droga, ma ad uso personale.