VoceDiTorino
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A Catania, un'inchiesta che illumina la realtà dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Su 862 percettori controllati, 389 non ne avevano alcun diritto, una cifra che rappresenta il 45% dei beneficiari. Questo numero è significativo, soprattutto se si considera che molti di questi individui hanno presentato richieste multiple e hanno utilizzato false informazioni per ottenere il beneficio.
Tra i più colpevoli, ci sono coloro che hanno dichiarato di essere l'unico componente del nucleo familiare, anche se in realtà c'erano già persone lavoranti o altre richiedenti che chiedevano il reddito. Ad esempio, una famiglia di 4 persone ha ottenuto una somma complessiva pari a 18.496,75 euro dal 2020 al 2022, grazie alle false dichiarazioni.
Un altro problema è stato quello delle residenze fittizie indicate dai beneficiari. Alcuni cittadini rumeni hanno utilizzato lo stesso indirizzo per tutte le richieste di reddito, anche se non abitavano in quella casa. In alcuni casi, l'indirizzo corrispondeva a quello di un carcere dove il percettore del reddito aveva soggiornato precedentemente.
La maggior parte dei beneficiari che non avevano diritto è stata individuata nel quartiere di Librino, zona Sud di Catania. Gli investigatori parlano di "irregolarità commesse con la piena consapevzza" e di un comportamento che è "emblematico della corruzione e del tentativo di ingannare lo Stato".
L'inchiesta ha rilevato anche il ruolo di persone agli arresti domiciliari e lavoratori "in nero", soprattutto in cantieri edili. Numerosi cittadini stranieri hanno attestato falsamente di essere residenti in Italia da più di dieci anni, requisito richiesto dalla legge per ottenere il beneficio.
Questo caso rappresenta solo un esempio della corruzione e della truffa che si verificano nella gestione del reddito di cittadinanza. A Catania, già sono stati scoperti altri 250 falsi beneficiari nel corso dell'anno scorso, con un danno erariale di circa un milione e ottocento mille euro.
Il danno per l'erario è di circa tre milioni di euro, secondo gli investigatori. È un numero significativo che dimostra la gravità del problema e la necessità di aumentare la vigilanza e le controlli per prevenire tali irregolarità.
Tra i più colpevoli, ci sono coloro che hanno dichiarato di essere l'unico componente del nucleo familiare, anche se in realtà c'erano già persone lavoranti o altre richiedenti che chiedevano il reddito. Ad esempio, una famiglia di 4 persone ha ottenuto una somma complessiva pari a 18.496,75 euro dal 2020 al 2022, grazie alle false dichiarazioni.
Un altro problema è stato quello delle residenze fittizie indicate dai beneficiari. Alcuni cittadini rumeni hanno utilizzato lo stesso indirizzo per tutte le richieste di reddito, anche se non abitavano in quella casa. In alcuni casi, l'indirizzo corrispondeva a quello di un carcere dove il percettore del reddito aveva soggiornato precedentemente.
La maggior parte dei beneficiari che non avevano diritto è stata individuata nel quartiere di Librino, zona Sud di Catania. Gli investigatori parlano di "irregolarità commesse con la piena consapevzza" e di un comportamento che è "emblematico della corruzione e del tentativo di ingannare lo Stato".
L'inchiesta ha rilevato anche il ruolo di persone agli arresti domiciliari e lavoratori "in nero", soprattutto in cantieri edili. Numerosi cittadini stranieri hanno attestato falsamente di essere residenti in Italia da più di dieci anni, requisito richiesto dalla legge per ottenere il beneficio.
Questo caso rappresenta solo un esempio della corruzione e della truffa che si verificano nella gestione del reddito di cittadinanza. A Catania, già sono stati scoperti altri 250 falsi beneficiari nel corso dell'anno scorso, con un danno erariale di circa un milione e ottocento mille euro.
Il danno per l'erario è di circa tre milioni di euro, secondo gli investigatori. È un numero significativo che dimostra la gravità del problema e la necessità di aumentare la vigilanza e le controlli per prevenire tali irregolarità.