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La serie "Il caso Yara" su Netflix è stata fermata a causa della pubblicazione di audio privati dei genitori della vittima, Yara Gambirasio, senza il loro consenso. Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha definito l'uso di questi audio come "illegittimo", poiché viola i principi di essenzialità dell'informazione e tutela della vita privata.
Il produttore della serie ha difeso il suo scatto parlando di legittima espressione del diritto di cronaca, ma alcuni critici lo hanno accusato di utilizzare le voci dei genitori per autenticità, senza aver considerato le loro emozioni e sofferenze. Questo approccio è visto come una scorciatoia narrativa che prioritizza il rating e il watchtime rispetto alla tutela della vita privata.
Il caso "Yara" è solo uno degli esempi di come la società italiana abbia trasformato i casi di cronaca in contenuti di cronaca, facendo sì che i delitti diventino format e gli assassinii stagioni. La serie su Yara ha dimostrato come il dolore materiale possa essere capitalizzato per aumentare il rating, ma al tempo stesso ha sollevato importanti domande sulla tutela della vita privata e sui limiti della cronaca.
Il Garante ha imposto una sanzione di 40 mila euro alla società produttrice, ma la serie è ancora trasmessa integralmente. Questo suggerisce che il mercato dell'intrattenimento italiano non è pronto a riconoscere i confini della tutela della vita privata e che le voci dei genitori di Yara saranno probabilmente utilizzate di nuovo in futuro, senza il loro consenso.
In sintesi, la serie "Il caso Yara" su Netflix ha sollevato importanti domande sulla tutela della vita privata e sui limiti della cronaca, ma il mercato dell'intrattenimento italiano sembra ancora non essere pronto a rispettare questi confini.
Il produttore della serie ha difeso il suo scatto parlando di legittima espressione del diritto di cronaca, ma alcuni critici lo hanno accusato di utilizzare le voci dei genitori per autenticità, senza aver considerato le loro emozioni e sofferenze. Questo approccio è visto come una scorciatoia narrativa che prioritizza il rating e il watchtime rispetto alla tutela della vita privata.
Il caso "Yara" è solo uno degli esempi di come la società italiana abbia trasformato i casi di cronaca in contenuti di cronaca, facendo sì che i delitti diventino format e gli assassinii stagioni. La serie su Yara ha dimostrato come il dolore materiale possa essere capitalizzato per aumentare il rating, ma al tempo stesso ha sollevato importanti domande sulla tutela della vita privata e sui limiti della cronaca.
Il Garante ha imposto una sanzione di 40 mila euro alla società produttrice, ma la serie è ancora trasmessa integralmente. Questo suggerisce che il mercato dell'intrattenimento italiano non è pronto a riconoscere i confini della tutela della vita privata e che le voci dei genitori di Yara saranno probabilmente utilizzate di nuovo in futuro, senza il loro consenso.
In sintesi, la serie "Il caso Yara" su Netflix ha sollevato importanti domande sulla tutela della vita privata e sui limiti della cronaca, ma il mercato dell'intrattenimento italiano sembra ancora non essere pronto a rispettare questi confini.