VoceDiRagusa
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Torino, il cuore del cibo. La guida 2026 delle osterie d'Italia di Slow Food ha presentato una conferma della sua attenzione verso questo settore. Ma cosa succede alle osterie italiane? Carlin Petrini, fondatore di Slow Food e promotoro del cuore del cibo italiano, ci spiega che siamo in un momento di transizione. Si beve meno, mancano i camerieri e non si trovano più cuochi. Ma Petrini sottolinea che la tradizione delle osterie italiane è ancora viva e che le nuove generazioni stanno lavorando duramente per preservare questa cultura.
La guida 2026 riconosce 1980 locali come osterie d'eccellenza, ma anche una novità come i locali quotidiani. Ecco perché Petrini sottolinea l'importanza di creare nuove opportunità per giovani migranti che vogliono imparare a cucinare e a lavorare nelle osterie.
E poi ci sono le regioni con più osterie: il Piemonte, la Campania e la Toscana. E ogni scheda è una storia di resilienza, di umanità e di convivialità. La storia di un luogo, di una famiglia, di un gruppo di amici.
In sintesi, Carlin Petrini sottolinea che il futuro delle osterie italiane dipende dalle nuove generazioni di cuochi, camerieri e oste. E che la tradizione italiana è ancora viva e che è importante preservarla.
Ecco le parole di Petrini: "Torino, il Piemonte, la Langa devono aprirsi alle nuove culture. Occorre rispettare, inserire, educare i giovani dal Sud del Mondo. L'Europa invecchia, nel 2050 il nostro rapporto numerico con l'Africa sarà 100 a 500. Non possiamo essere antagonisti, dobbiamo puntare all'integrazione".
La guida 2026 riconosce 1980 locali come osterie d'eccellenza, ma anche una novità come i locali quotidiani. Ecco perché Petrini sottolinea l'importanza di creare nuove opportunità per giovani migranti che vogliono imparare a cucinare e a lavorare nelle osterie.
E poi ci sono le regioni con più osterie: il Piemonte, la Campania e la Toscana. E ogni scheda è una storia di resilienza, di umanità e di convivialità. La storia di un luogo, di una famiglia, di un gruppo di amici.
In sintesi, Carlin Petrini sottolinea che il futuro delle osterie italiane dipende dalle nuove generazioni di cuochi, camerieri e oste. E che la tradizione italiana è ancora viva e che è importante preservarla.
Ecco le parole di Petrini: "Torino, il Piemonte, la Langa devono aprirsi alle nuove culture. Occorre rispettare, inserire, educare i giovani dal Sud del Mondo. L'Europa invecchia, nel 2050 il nostro rapporto numerico con l'Africa sarà 100 a 500. Non possiamo essere antagonisti, dobbiamo puntare all'integrazione".