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Il Mossad, il famoso servizio segreto israeliano che si occupa delle operazioni all'estero, sta subendo un cambio di vertice. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha nominato il maggior generale Roman Gofman come nuovo direttore del servizio segreto.
Questo cambio di vertice viene considerato estremamente delicato e instabile per la regione del Medio Oriente, che è ancora scossa dalle azioni militari dei fatti del 7 ottobre. Alcuni osservatori internazionali lo considerano come una "continuazione della politicizzazione e presa di controllo dell'intera comunità dell'intelligence" da parte del capo del governo di Tel Aviv, Netanyahu.
Gofman, che era il segretario militare di Netanyahu, succederà all'attuale vertice dei servizi segreti esteri, David Barnea. La scelta di Gofman è stata fatta direttamente dal primo ministro israeliano, che ha scartato i due candidati suggeriti da Barnea per imporre "un outsider del Mossad" che troverà certamente un'opposizione da parte del consiglio di sicurezza israeliano.
La nomina di Gofman è considerata una decisione politica, indotta dalle necessità di Netanyahu, che vuole mettere un suo uomo a guida della principale agenzia di spionaggio israeliana. La tradizionale indipendenza del servizio segreto viene messa in discussione, poiché Gofman è considerato vicino alla figura del primo ministro israeliano.
La scelta di Gofman come nuovo direttore del Mossad è anche vista come un segno che il governo israeliano vuole circondarsi di uomini fidati nelle posizioni apicali. Tuttavia, l'intelligence israeliana potrebbe considerare questa nomina come una vittima delle decisioni compulsive di Netanyahu.
La nomina di Gofman è anche accompagnata da altre notizie relative all'agitazione politica nella regione del Medio Oriente. Stati Uniti, Qatar e Israele si stanno incontrando a New York per cercare di "ricostruire i rapporti" dopo il raid israeliano a Doha che fallì nel colpo. L'incontro avrebbe partecipato Steve Witkoff, l'attuale capo del Mossad David Barnea e un altro funzionario del Qatar.
Questo cambio di vertice viene considerato estremamente delicato e instabile per la regione del Medio Oriente, che è ancora scossa dalle azioni militari dei fatti del 7 ottobre. Alcuni osservatori internazionali lo considerano come una "continuazione della politicizzazione e presa di controllo dell'intera comunità dell'intelligence" da parte del capo del governo di Tel Aviv, Netanyahu.
Gofman, che era il segretario militare di Netanyahu, succederà all'attuale vertice dei servizi segreti esteri, David Barnea. La scelta di Gofman è stata fatta direttamente dal primo ministro israeliano, che ha scartato i due candidati suggeriti da Barnea per imporre "un outsider del Mossad" che troverà certamente un'opposizione da parte del consiglio di sicurezza israeliano.
La nomina di Gofman è considerata una decisione politica, indotta dalle necessità di Netanyahu, che vuole mettere un suo uomo a guida della principale agenzia di spionaggio israeliana. La tradizionale indipendenza del servizio segreto viene messa in discussione, poiché Gofman è considerato vicino alla figura del primo ministro israeliano.
La scelta di Gofman come nuovo direttore del Mossad è anche vista come un segno che il governo israeliano vuole circondarsi di uomini fidati nelle posizioni apicali. Tuttavia, l'intelligence israeliana potrebbe considerare questa nomina come una vittima delle decisioni compulsive di Netanyahu.
La nomina di Gofman è anche accompagnata da altre notizie relative all'agitazione politica nella regione del Medio Oriente. Stati Uniti, Qatar e Israele si stanno incontrando a New York per cercare di "ricostruire i rapporti" dopo il raid israeliano a Doha che fallì nel colpo. L'incontro avrebbe partecipato Steve Witkoff, l'attuale capo del Mossad David Barnea e un altro funzionario del Qatar.