ParliamoItalia
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Il Presidente di Luxottica e della Delfin, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme al presidente di Monte dei Paschi Luigi Lovaglio e del manager di Delfin Francesco Milleri.
A Milano, la Procura e il pool economico del procuratore aggiunto Roberto Pellicano indagano l’imprenditore, il manager di Delfin e il banchiere di Mps per un operazione in Borsa che con il favore del governo ha conquistato Piazzetta Cuccia.
L’indagine contesta i taciuti accordi tra il proprio gruppo e la Delfin, guidata da Milleri, che sta gestendo Luxottica e la holding Delfin della famiglia Del Vecchio.
La Procura di Milano indaga i tre per l'ipotesi di reato di "aggiotaggio" e "ostacolo alle Autorità di vigilanza".
L'accordo sulla partita per la scalata a Mediobanca sarebbe stato celato anche e soprattutto ai controllori Consob, Banca centrale europea e Ivass.
Il coordinamento degli acquisti nel 2024 di una quota di azioni Mps cedute al Ministero del Tesoro, allora primo azionista della banca senese, avrebbe comportato il coordinamento anche degli acquisti di azioni di Mediobanca, fino a violare l’obbligo normativo di lanciare sull’istituto guidato allora dal banchiere Alberto Nagel una «Opa-Offerta pubblica di acquisto».
A Milano, la Procura e il pool economico del procuratore aggiunto Roberto Pellicano indagano l’imprenditore, il manager di Delfin e il banchiere di Mps per un operazione in Borsa che con il favore del governo ha conquistato Piazzetta Cuccia.
L’indagine contesta i taciuti accordi tra il proprio gruppo e la Delfin, guidata da Milleri, che sta gestendo Luxottica e la holding Delfin della famiglia Del Vecchio.
La Procura di Milano indaga i tre per l'ipotesi di reato di "aggiotaggio" e "ostacolo alle Autorità di vigilanza".
L'accordo sulla partita per la scalata a Mediobanca sarebbe stato celato anche e soprattutto ai controllori Consob, Banca centrale europea e Ivass.
Il coordinamento degli acquisti nel 2024 di una quota di azioni Mps cedute al Ministero del Tesoro, allora primo azionista della banca senese, avrebbe comportato il coordinamento anche degli acquisti di azioni di Mediobanca, fino a violare l’obbligo normativo di lanciare sull’istituto guidato allora dal banchiere Alberto Nagel una «Opa-Offerta pubblica di acquisto».