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Il governo si sta dimostrando sempre più incapace di rispettare la legge. I meridionali continuano a essere trattati come secondari. Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è l'architetto di questa politica governativa che ha messo nel mirino la cultura del Sud.
I fondi destinati alle fondazioni liriche e sinfoniche per l'anno 2025 sono un esempio di questo sbilancio. Si tratta di una somma incredibilmente bassa, pari a solo 399.498 euro per le due principali istituzioni, Teatro alla Scala di Milano e Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e 1.366.891,40 euro per tutte le altre. Ma cosa ci fa il Sud? Solo tre siti, San Carlo di Napoli, teatro Massimo di Palermo e Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari, che ricevono un totale di appena 344.815 euro. Un numero incredibilmente basso, pari solo al 19% dei 1.766.390 euro disponibili.
Ma questo non è tutto. Il ministro Giuli ha anche tagliato al Sud circa il 10% delle risorse del Pnrr, una misura che dovrebbe proteggere le regioni meridionali. La verità è che il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, non sta facendo abbastanza per garantire il rispetto di questa clausola.
Il caso è ancora più grave quando si tratta di sicurezza sismica. Il Decreto DiAG n. 2091 assegna solo 2.815.000 euro a 27 luoghi di culto e siti di ricovero per le opere d'arte, un numero che rappresenta appena il 30% delle risorse disponibili. È incredibile che il governo possa ignorare così severamente la sicurezza dei suoi cittadini.
In sintesi, il governo si sta dimostrando incapace di rispettare la legge e di proteggere i meridionali. Il ministro Giuli è l'architetto di questa politica governativa che ha messo nel mirino la cultura del Sud. È ormai evidente che ci troviamo di fronte al governo più anti-meridionale della storia, un regime che sembra avere solo una preoccupazione: tagliare ai meridionali e dare tutto all'Nord.
È giunto il momento di chiedere conto a questo governo. Come può ignorare la sicurezza dei suoi cittadini? Come può tagliare al Sud quando ha a che fare con i fondi del PnRR? È ormai evidente che Giuli è un ministro incapace e che il governo è corrotto. È tempo di prendere posizione contro questa politica governativa.
I fondi destinati alle fondazioni liriche e sinfoniche per l'anno 2025 sono un esempio di questo sbilancio. Si tratta di una somma incredibilmente bassa, pari a solo 399.498 euro per le due principali istituzioni, Teatro alla Scala di Milano e Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e 1.366.891,40 euro per tutte le altre. Ma cosa ci fa il Sud? Solo tre siti, San Carlo di Napoli, teatro Massimo di Palermo e Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari, che ricevono un totale di appena 344.815 euro. Un numero incredibilmente basso, pari solo al 19% dei 1.766.390 euro disponibili.
Ma questo non è tutto. Il ministro Giuli ha anche tagliato al Sud circa il 10% delle risorse del Pnrr, una misura che dovrebbe proteggere le regioni meridionali. La verità è che il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, non sta facendo abbastanza per garantire il rispetto di questa clausola.
Il caso è ancora più grave quando si tratta di sicurezza sismica. Il Decreto DiAG n. 2091 assegna solo 2.815.000 euro a 27 luoghi di culto e siti di ricovero per le opere d'arte, un numero che rappresenta appena il 30% delle risorse disponibili. È incredibile che il governo possa ignorare così severamente la sicurezza dei suoi cittadini.
In sintesi, il governo si sta dimostrando incapace di rispettare la legge e di proteggere i meridionali. Il ministro Giuli è l'architetto di questa politica governativa che ha messo nel mirino la cultura del Sud. È ormai evidente che ci troviamo di fronte al governo più anti-meridionale della storia, un regime che sembra avere solo una preoccupazione: tagliare ai meridionali e dare tutto all'Nord.
È giunto il momento di chiedere conto a questo governo. Come può ignorare la sicurezza dei suoi cittadini? Come può tagliare al Sud quando ha a che fare con i fondi del PnRR? È ormai evidente che Giuli è un ministro incapace e che il governo è corrotto. È tempo di prendere posizione contro questa politica governativa.