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Roberto Benigni è pronto a raccontare la storia del primo Apostolo di Gesù Cristo, Pietro. In un monologo che esplora l'umanità di Pietro, il comico toscano ci porterà nel vento impetuoso che lo trascina verso il suo destino.
In questo special Rai1, Benigni racconta la storia di Pietro attraverso la sua infanzia e i suoi errori, fino alla Crocifissione. La scelta del comico è quella di esplorare la fragilità umana di Pietro, un uomo che soffre, gioisce, sbaglia. Un disastro che non ne fa una giusta.
La storia dell'amicizia di Pietro con Gesù dura pochi anni, fino alla Crocifissione. Siamo a Gerusalemme, al Tempio dove Gesù diventa fuoco. La cacciata dei mercanti segna il punto di non ritorno. Non ci sono più schiavi né padroni, siamo fratelli, tutti uguali.
Pietro, che siamo abituati a vederlo soltanto da anziano e con la barba bianca, è impulsivo, soffre, gioisce, sbaglia. Un disastro, non ne fa una giusta, Pietro è proprio come uno di noi, si prende le sgridate da Gesù ma non si stanca mai del Messia.
Benigni plasma le parole afferrandole dai Vangeli o dalle storie di Tacito e ricorda che i resti di Pietro sono sepolti a pochi passi, qui sotto. È un miracolo. L'ha scoperto 80 anni fa un'archeologa.
La sua storia comincia sul lago di Tiberiade, colonia dell'impero. Lì incontra Gesù per la prima volta, erano coetanei, avranno avuto 28 anni. Questa è una storia di ragazzi.
Gli episodi li sgrana come fosse un rosario, ecco i pesci caduti nella rete di giorno, quando non si pesca mai, Gesù gli dice: "Seguimi, sarai un pescatore di uomini". Ecco il figlio di Dio che guarisce "la suocera di Pietro, proprio la suocera eh, se poi Pietro ne fosse stato contento non lo sappiamo".
Benigni è pronto a raccontare la storia di Pietro come un uomo, con le sue contraddizioni, errori e fragilità. Una storia che ci fa sentire il miracolo di esistere.
In questo special Rai1, Benigni racconta la storia di Pietro attraverso la sua infanzia e i suoi errori, fino alla Crocifissione. La scelta del comico è quella di esplorare la fragilità umana di Pietro, un uomo che soffre, gioisce, sbaglia. Un disastro che non ne fa una giusta.
La storia dell'amicizia di Pietro con Gesù dura pochi anni, fino alla Crocifissione. Siamo a Gerusalemme, al Tempio dove Gesù diventa fuoco. La cacciata dei mercanti segna il punto di non ritorno. Non ci sono più schiavi né padroni, siamo fratelli, tutti uguali.
Pietro, che siamo abituati a vederlo soltanto da anziano e con la barba bianca, è impulsivo, soffre, gioisce, sbaglia. Un disastro, non ne fa una giusta, Pietro è proprio come uno di noi, si prende le sgridate da Gesù ma non si stanca mai del Messia.
Benigni plasma le parole afferrandole dai Vangeli o dalle storie di Tacito e ricorda che i resti di Pietro sono sepolti a pochi passi, qui sotto. È un miracolo. L'ha scoperto 80 anni fa un'archeologa.
La sua storia comincia sul lago di Tiberiade, colonia dell'impero. Lì incontra Gesù per la prima volta, erano coetanei, avranno avuto 28 anni. Questa è una storia di ragazzi.
Gli episodi li sgrana come fosse un rosario, ecco i pesci caduti nella rete di giorno, quando non si pesca mai, Gesù gli dice: "Seguimi, sarai un pescatore di uomini". Ecco il figlio di Dio che guarisce "la suocera di Pietro, proprio la suocera eh, se poi Pietro ne fosse stato contento non lo sappiamo".
Benigni è pronto a raccontare la storia di Pietro come un uomo, con le sue contraddizioni, errori e fragilità. Una storia che ci fa sentire il miracolo di esistere.