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Il braccio di ferro tra la Lega e Forza Italia si fa sempre più scottante su questioni di postura italiana verso l'Ucraina. Da una parte, il partito di Matteo Salvini è gelido rispetto all'idea di prorogare al 2026 l'autorizzazione a cedere armi a Kiev, mentre dall'altra Antonio Tajani e Guido Crosetto si affrettano a sostenere la decisione del governo di continuare a fornire aiuti militari alla nazione ucraina.
La Lega è infatti determinata a restituire gli asset russi congelati a Mosca, visto che non vengono garantiti da nessuna banca europea. Claudio Borghi ha esplicitato la posizione del partito: «Se i prestiti al governo ucraino vengono respinti dalla Bce, quegli asset non devono essere toccati». Anzi, vuole che vengano restituiti a Mosca.
Ma Tajani e Crosetto, invece, sembrano avere una soluzione diversa: utilizzare i soldi del Meccanismo europeo di stabilità come garanzia per scongelare gli asset russi. Sostiene il vicepremier che questa potrebbe essere una "soluzione" e che i soldi del Mes sono «vivi e in grado di essere usati». Tuttavia, sottolinea che non è una decisione unilaterale quella di scongelare i beni, ma è compito dell'Unione europea.
Il decreto legge per allungare la possibilità di fornire armamenti al governo ucraino è stato slittato e non sarà più presentato nel Consiglio dei ministri giovedì prossimo. La decisione riguarda un tema molto delicato, in cui il governo deve prendere una posizione che può influenzare profondamente la politica estera italiana.
La postura di Forza Italia sulla questione è chiara: sostenere l'Ucraina e continuare a fornire aiuti militari. Ma la Lega è più prudente: vuole restituire gli asset russi congelati a Mosca e non supporta l'idea di prorogare l'autorizzazione a cedere armi a Kiev.
Il braccio di ferro tra i due partiti si fa sempre più intenso, e la questione dell'Ucraina diventerà probabilmente uno dei temi più caldi della prossima sessione del Consiglio dei ministri.
La Lega è infatti determinata a restituire gli asset russi congelati a Mosca, visto che non vengono garantiti da nessuna banca europea. Claudio Borghi ha esplicitato la posizione del partito: «Se i prestiti al governo ucraino vengono respinti dalla Bce, quegli asset non devono essere toccati». Anzi, vuole che vengano restituiti a Mosca.
Ma Tajani e Crosetto, invece, sembrano avere una soluzione diversa: utilizzare i soldi del Meccanismo europeo di stabilità come garanzia per scongelare gli asset russi. Sostiene il vicepremier che questa potrebbe essere una "soluzione" e che i soldi del Mes sono «vivi e in grado di essere usati». Tuttavia, sottolinea che non è una decisione unilaterale quella di scongelare i beni, ma è compito dell'Unione europea.
Il decreto legge per allungare la possibilità di fornire armamenti al governo ucraino è stato slittato e non sarà più presentato nel Consiglio dei ministri giovedì prossimo. La decisione riguarda un tema molto delicato, in cui il governo deve prendere una posizione che può influenzare profondamente la politica estera italiana.
La postura di Forza Italia sulla questione è chiara: sostenere l'Ucraina e continuare a fornire aiuti militari. Ma la Lega è più prudente: vuole restituire gli asset russi congelati a Mosca e non supporta l'idea di prorogare l'autorizzazione a cedere armi a Kiev.
Il braccio di ferro tra i due partiti si fa sempre più intenso, e la questione dell'Ucraina diventerà probabilmente uno dei temi più caldi della prossima sessione del Consiglio dei ministri.