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Roma mia, non morirò più è un romanzo che canta le note della sua anima, una melodia di cartoline intrecciate che narrano la storia di una città in guerra, nata sulla ferocia e da un fratricidio. Aurelio Picca ci invita a scendere nella stratosfera di Roma, dove il centro si è fatto periferia e la periferia si è fatta centro.
Il suo romanzo è un incrociarsi di storie, una mappa della città che si snoda tra i quartieri più famosi e quelli più nascosti. Da Er Zagaia al mitico tenutario di Capocotta, passando per Amelia Rosselli e Alberto Arbasino, fino agli ultimi cavallari di Roma che non sapevano di stare in una porzione del Castello di Cesare Borgia, il libro è un viaggio senza fine attraverso la città eterna.
Ma Roma è anche un mondo che rischia di scomparire. I turisti la seppelliscono con la loro presenza invasiva e la sua bellezza originale viene ridotta a una semplice attrazione da sightseeing. Quindi, come può essere salvata? Risponde Aurelio Picca, attraverso il suo romanzo, che ci invita a vedere Roma non attraverso gli occhi dei turisti, ma attraverso la luce della notte.
La sua visione di Roma è quella di una città in guerra, dove i quartieri si scontrano e la ferocia regna. Ma è anche un mondo ibrido, dove il centro si è fatto periferia e la periferia ha conquistato il centro. Ecco perché, secondo lui, Roma rimane più romana di mai.
Amelia Rosselli, figlia della ferita delle ferite di Roma, è la persona che gli sta a cuore di più. La scrittrice si mostra qui in modo molto personale e umile. Ma Margherita Buy, una delle sue amiche più carde, è anche un personaggio importante del libro.
Il suo prologo, infatti, ci porta alla sua infanzia, alla sua inflessibile passione per la città. E quando non c'è una meta, si avvia a incontrare il mito. La sua idea di gioco più bello è stare con gli amici e sfuggire dalle regole.
Il suo romanzo è un incrociarsi di storie, una mappa della città che si snoda tra i quartieri più famosi e quelli più nascosti. Da Er Zagaia al mitico tenutario di Capocotta, passando per Amelia Rosselli e Alberto Arbasino, fino agli ultimi cavallari di Roma che non sapevano di stare in una porzione del Castello di Cesare Borgia, il libro è un viaggio senza fine attraverso la città eterna.
Ma Roma è anche un mondo che rischia di scomparire. I turisti la seppelliscono con la loro presenza invasiva e la sua bellezza originale viene ridotta a una semplice attrazione da sightseeing. Quindi, come può essere salvata? Risponde Aurelio Picca, attraverso il suo romanzo, che ci invita a vedere Roma non attraverso gli occhi dei turisti, ma attraverso la luce della notte.
La sua visione di Roma è quella di una città in guerra, dove i quartieri si scontrano e la ferocia regna. Ma è anche un mondo ibrido, dove il centro si è fatto periferia e la periferia ha conquistato il centro. Ecco perché, secondo lui, Roma rimane più romana di mai.
Amelia Rosselli, figlia della ferita delle ferite di Roma, è la persona che gli sta a cuore di più. La scrittrice si mostra qui in modo molto personale e umile. Ma Margherita Buy, una delle sue amiche più carde, è anche un personaggio importante del libro.
Il suo prologo, infatti, ci porta alla sua infanzia, alla sua inflessibile passione per la città. E quando non c'è una meta, si avvia a incontrare il mito. La sua idea di gioco più bello è stare con gli amici e sfuggire dalle regole.