L'Unione europea è in grave pericolo, poiché senza un sistema assicurativo efficiente non potrà trasformare il suo risparmio in crescita. Il settore assicurativo è l'unica chiave per utilizzare il capitale delle famiglie per investimenti produttivi e strategici, come la transizione energetica e le infrastrutture digitali.
Il problema principale è che i regolamenti attuali sono troppo complessi e generano costi, incertezza e disincentivo agli investimenti transfrontalieri. L'eccesso di regolamentazione è un ostacolo per il settore assicurativo, che gestisce 9,6 trilioni di euro.
Il Danish Compromise è una norma che offre un trattamento prudenziale più favorevole alle banche che possiedono partecipazioni assicurative, ma senza prevedere un analogo beneficio in caso inverso. Questa asimmetria crea distorsioni competitive e limita la capacità delle compagnie di investire in modo più dinamico.
Per risolvere questi problemi, Unipol appella alla nuova Commissione europea a semplificare, armonizzare e creare condizioni paritarie tra banche e assicurazioni. Ma il problema è ancora più profondo: la costruzione di una vera Unione dei capitali.
L'Europa deve colmare il divario con gli Stati Uniti, che possono finanziare l'economia reale con percentuali doppie o triple rispetto a quelle europee. Il presidente di Unipol ha espresso netto: "Se non si creano i presupposti di un grande mercato, non avremo mai una grande economia".
L'Europa è come un condominio con troppe barriere interne che impediscono al capitale di fluire dove ce n'è più bisogno. Questo rallenta innovazione, produttività e competitività, aggravando il ritardo con i principali concorrenti globali.
La nuova Commissione ha promesso aperture significative e ha definito le assicurazioni "un interlocutore fondamentale per la stabilità finanziaria e sociale". Ma c'è ancora molto da fare.
Il problema principale è che i regolamenti attuali sono troppo complessi e generano costi, incertezza e disincentivo agli investimenti transfrontalieri. L'eccesso di regolamentazione è un ostacolo per il settore assicurativo, che gestisce 9,6 trilioni di euro.
Il Danish Compromise è una norma che offre un trattamento prudenziale più favorevole alle banche che possiedono partecipazioni assicurative, ma senza prevedere un analogo beneficio in caso inverso. Questa asimmetria crea distorsioni competitive e limita la capacità delle compagnie di investire in modo più dinamico.
Per risolvere questi problemi, Unipol appella alla nuova Commissione europea a semplificare, armonizzare e creare condizioni paritarie tra banche e assicurazioni. Ma il problema è ancora più profondo: la costruzione di una vera Unione dei capitali.
L'Europa deve colmare il divario con gli Stati Uniti, che possono finanziare l'economia reale con percentuali doppie o triple rispetto a quelle europee. Il presidente di Unipol ha espresso netto: "Se non si creano i presupposti di un grande mercato, non avremo mai una grande economia".
L'Europa è come un condominio con troppe barriere interne che impediscono al capitale di fluire dove ce n'è più bisogno. Questo rallenta innovazione, produttività e competitività, aggravando il ritardo con i principali concorrenti globali.
La nuova Commissione ha promesso aperture significative e ha definito le assicurazioni "un interlocutore fondamentale per la stabilità finanziaria e sociale". Ma c'è ancora molto da fare.