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Il colosso tecnologico Amazon sta accelerando sulla strada dell'energia pulita e si appella alla tecnologia nucleare modulare per soddisfare la crescente domanda energetica dei suoi servizi cloud e delle piattaforme di intelligenza artificiale. Lo stato dell'arte, il progetto 'Cascade Advanced Energy Facility', sarà costruito a Richland, nello Stato di Washington, in collaborazione con l'agenzia statale per i servizi pubblici e la società X-energy specializzata nello sviluppo di piccoli reattori modulari (SMR).
Il progetto rappresenta una mossa strategica da parte dell'azienda che vuole ridurre la propria dipendenza dalle fonti fossili. La scelta dell'energia nucleare modulare è motivata dalla sua capacità di garantire maggiore flessibilità e sicurezza, nonché il riduzione del rischio di incidenti gravi e dell'impatto ambientale.
Il reattore SMR progettato da Amazon sarà in grado di generare fino a 960 megawatt di potenza complessiva. La prima fase del progetto prevede la costruzione di quattro unità, con una capacità iniziale di 320 megawatt sufficienti ad alimentare intere infrastrutture digitali. Il piano prevede in seguito un'espansione fino a dodici moduli che porteranno l'impianto al massimo regime operativo.
L'avvio dei lavori è stimato "entro la fine del decennio", vale a dire al più tardi entro il 2030, mentre l'entrata in esercizio sarà fissata "negli anni '30" (cioè nel corso del decennio 2030-2039). Amazon non è sola in questa corsa al nucleare "tech-friendly". Anche Google e Meta hanno avviato progetti simili.
I reattori nucleari modulari di piccola scala, o SMR, rappresentano la nuova frontiera dell'energia atomica. A differenza dei reattori tradizionali, sono progettati in moduli prefabbricati che possono essere costruiti in fabbrica e poi assemblati sul sito, riducendo costi e tempi di realizzazione. Ogni modulo produce in genere tra 50 e 300 megawatt di energia, garantendo maggiore flessibilità e sicurezza. Grazie a sistemi di raffreddamento passivi e a un design più compatto, gli SMR riducono il rischio di incidenti gravi e l'impatto ambientale.
Il progetto rappresenta una mossa strategica da parte dell'azienda che vuole ridurre la propria dipendenza dalle fonti fossili. La scelta dell'energia nucleare modulare è motivata dalla sua capacità di garantire maggiore flessibilità e sicurezza, nonché il riduzione del rischio di incidenti gravi e dell'impatto ambientale.
Il reattore SMR progettato da Amazon sarà in grado di generare fino a 960 megawatt di potenza complessiva. La prima fase del progetto prevede la costruzione di quattro unità, con una capacità iniziale di 320 megawatt sufficienti ad alimentare intere infrastrutture digitali. Il piano prevede in seguito un'espansione fino a dodici moduli che porteranno l'impianto al massimo regime operativo.
L'avvio dei lavori è stimato "entro la fine del decennio", vale a dire al più tardi entro il 2030, mentre l'entrata in esercizio sarà fissata "negli anni '30" (cioè nel corso del decennio 2030-2039). Amazon non è sola in questa corsa al nucleare "tech-friendly". Anche Google e Meta hanno avviato progetti simili.
I reattori nucleari modulari di piccola scala, o SMR, rappresentano la nuova frontiera dell'energia atomica. A differenza dei reattori tradizionali, sono progettati in moduli prefabbricati che possono essere costruiti in fabbrica e poi assemblati sul sito, riducendo costi e tempi di realizzazione. Ogni modulo produce in genere tra 50 e 300 megawatt di energia, garantendo maggiore flessibilità e sicurezza. Grazie a sistemi di raffreddamento passivi e a un design più compatto, gli SMR riducono il rischio di incidenti gravi e l'impatto ambientale.