Pechino sta lanciando un nuovo attacco contro la natalità in declino, con un aumento dell'IVA su tutti i farmaci e dispositivi contraccettivi. La mossa del governo guidato da Xi Jinping è un tentativo disperato di invertire la tendenza al crollo dei tassi di natalità che minaccia di rallentare ulteriormente l'economia del Paese.
La revisione della legge prevede l'introduzione di una nuova impostazione sul valore aggiunto (IVA) sui farmaci e dispositivi contraccettivi, compresi i preservativi. Questo significa che i consumatori dovranno pagare un'importazione aggiuntiva del 13% su questi articoli, che erano esenti da IVA dal 1993.
Ma la mossa di Pechino va oltre l'aumento del costo dei preservativi. La revisione della legge prevede anche nuovi incentivi per i futuri genitori, come l'esenzione dall'IVA dei servizi di assistenza all'infanzia e degli istituti di assistenza agli anziani.
Il governo cinese sta combattendo con un rapido invecchiamento della sua popolazione e sta cercando di invertire la tendenza al declino della natalità. La popolazione cinese è diminuita per tre anni consecutivi, con appena 9,54 milioni di nascite nel 2024, solo la metà dei 18,8 milioni registrati quasi dieci anni fa.
Pechino ha messo in campo una serie di politiche pro-natalità, come l'erogazione di sussidi in denaro e il miglioramento dei servizi di assistenza all'infanzia. Il governo ha anche annunciato linee guida per ridurre il numero di aborti non considerati "medicamente necessari", in netto contrasto con i controlli riproduttivi coercitivi dell'era del figlio unico.
La mossa di Pechino si scontra con un ostacolo fondamentale: la Cina è uno dei Paesi più costosi in cui crescere i bambini. Crescere un figlio fino all'età di 18 anni costa infatti più di 538.000 yuan (circa 76.000 dollari), un prezzo che molti giovani adulti non riescono a coprire a causa della debolezza dell'economia e dell'instabilità del mercato del lavoro.
L'autorità cinese sta cercando di modificare l'atteggiamento sociale nei confronti del parto, ma la mossa di Pechino è ancora molto controversa. "L'eliminazione dell'esenzione IVA è in gran parte simbolica e difficilmente avrà un impatto significativo sul quadro generale", ha spiegato He Yafu, demografo di YuWa.
Invece, la mossa di Pechino riflette lo sforzo di plasmare un ambiente sociale che incoraggia le nascite e riduce gli aborti. Ma ciò richiede anche una comprensione più profonda della causa del declino della natalità in Cina e delle radici culturali e sociali dell'era del figlio unico.
Per quanto riguarda l'HIV, il governo cinese sta affrontando un problema sempre più grave. L'infezione è aumentata rapidamente nel paese, mentre lo stigma e la scarsa educazione sessuale continuano a ostacolare la comprensione pubblica. La maggior parte dei nuovi casi di malattia è legata a rapporti sessuali non protetti.
La revisione della legge prevede l'introduzione di una nuova impostazione sul valore aggiunto (IVA) sui farmaci e dispositivi contraccettivi, compresi i preservativi. Questo significa che i consumatori dovranno pagare un'importazione aggiuntiva del 13% su questi articoli, che erano esenti da IVA dal 1993.
Ma la mossa di Pechino va oltre l'aumento del costo dei preservativi. La revisione della legge prevede anche nuovi incentivi per i futuri genitori, come l'esenzione dall'IVA dei servizi di assistenza all'infanzia e degli istituti di assistenza agli anziani.
Il governo cinese sta combattendo con un rapido invecchiamento della sua popolazione e sta cercando di invertire la tendenza al declino della natalità. La popolazione cinese è diminuita per tre anni consecutivi, con appena 9,54 milioni di nascite nel 2024, solo la metà dei 18,8 milioni registrati quasi dieci anni fa.
Pechino ha messo in campo una serie di politiche pro-natalità, come l'erogazione di sussidi in denaro e il miglioramento dei servizi di assistenza all'infanzia. Il governo ha anche annunciato linee guida per ridurre il numero di aborti non considerati "medicamente necessari", in netto contrasto con i controlli riproduttivi coercitivi dell'era del figlio unico.
La mossa di Pechino si scontra con un ostacolo fondamentale: la Cina è uno dei Paesi più costosi in cui crescere i bambini. Crescere un figlio fino all'età di 18 anni costa infatti più di 538.000 yuan (circa 76.000 dollari), un prezzo che molti giovani adulti non riescono a coprire a causa della debolezza dell'economia e dell'instabilità del mercato del lavoro.
L'autorità cinese sta cercando di modificare l'atteggiamento sociale nei confronti del parto, ma la mossa di Pechino è ancora molto controversa. "L'eliminazione dell'esenzione IVA è in gran parte simbolica e difficilmente avrà un impatto significativo sul quadro generale", ha spiegato He Yafu, demografo di YuWa.
Invece, la mossa di Pechino riflette lo sforzo di plasmare un ambiente sociale che incoraggia le nascite e riduce gli aborti. Ma ciò richiede anche una comprensione più profonda della causa del declino della natalità in Cina e delle radici culturali e sociali dell'era del figlio unico.
Per quanto riguarda l'HIV, il governo cinese sta affrontando un problema sempre più grave. L'infezione è aumentata rapidamente nel paese, mentre lo stigma e la scarsa educazione sessuale continuano a ostacolare la comprensione pubblica. La maggior parte dei nuovi casi di malattia è legata a rapporti sessuali non protetti.