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Una madre uccisa, lasciata a morire la sua figlia di 18 mesi. La sentenza è stata ancora una volta attenuata. Alessia Pifferi, condannata all'ergastolo in primo grado per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, avrà a breve ventiquattro anni di carcere.
La madre di Pifferi, Maria Assandri, ha detto che "non è stata fatta giustizia" e che la sentenza del secondo grado è una "vicenda dolorosissima". La sorella Viviana, anche lei parte civile, ha espresso sua indignazione per la pena ridotta, considerata troppo leggera.
Le attenuanti generiche sono state riconosciute dal tribunale, che ha conceduto a Pifferi il solo vincolo di parentela come aggravante. La difesa aveva chiesto una riduzione della pena anche con un vizio parziale di mente o il reato derubricato in morte.
La Procura Generale potrà richiedere la cassazione della sentenza. L'avvocata Pontenani ha sottolineato che Pifferi "voleva bene" alla figlia e le vuole bene tuttora, ma non è stata aiutata da altre persone per il reato.
L'ergastolo era stato inflitto in primo grado dopo cinque giorni di abbandono della figlia Diana. La madre aveva lasciata la bimba in una stanza calda e senza aria condizionata a Milano, senza fare alcun sforzo per aiutarla. Pifferi ha sempre negato che ci sia stato un reato, ma gli esperti hanno riconosciuto una "disturbo del neurosviluppo" che comporta immaturità affettiva.
La madre è stata condannata a 24 anni di carcere, pena ridotta rispetto all'ergastolo. La sentenza ha confermato la non imputabilità della Pifferi per reati comuni, ma la Procura Generale potrà richiedere cassazione.
La madre di Pifferi, Maria Assandri, ha detto che "non è stata fatta giustizia" e che la sentenza del secondo grado è una "vicenda dolorosissima". La sorella Viviana, anche lei parte civile, ha espresso sua indignazione per la pena ridotta, considerata troppo leggera.
Le attenuanti generiche sono state riconosciute dal tribunale, che ha conceduto a Pifferi il solo vincolo di parentela come aggravante. La difesa aveva chiesto una riduzione della pena anche con un vizio parziale di mente o il reato derubricato in morte.
La Procura Generale potrà richiedere la cassazione della sentenza. L'avvocata Pontenani ha sottolineato che Pifferi "voleva bene" alla figlia e le vuole bene tuttora, ma non è stata aiutata da altre persone per il reato.
L'ergastolo era stato inflitto in primo grado dopo cinque giorni di abbandono della figlia Diana. La madre aveva lasciata la bimba in una stanza calda e senza aria condizionata a Milano, senza fare alcun sforzo per aiutarla. Pifferi ha sempre negato che ci sia stato un reato, ma gli esperti hanno riconosciuto una "disturbo del neurosviluppo" che comporta immaturità affettiva.
La madre è stata condannata a 24 anni di carcere, pena ridotta rispetto all'ergastolo. La sentenza ha confermato la non imputabilità della Pifferi per reati comuni, ma la Procura Generale potrà richiedere cassazione.