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Napoli, in una sera di tensione e violenza: due giovani, Vincenzo Tortora di 21 anni e Pasquale Di Balsamo di 22 anni, sono caduti vittime di un scontro a fuoco che ha lasciato il segno sulla via Leonardo da Vinci di Acerra. Una scena di strage che sembra essere solo l'ennesimo episodio di una lunga cronaca nera legata alla criminalità organizzata che affligge la città.
La notte di ieri, la tensione si è trasformata in sparatoria, con due giovani che hanno perduto la vita. Tortora, che era legato al gruppo Tortora, mentre Di Balsamo, vicino al gruppo Avventurato, che gestisce il malaffare sul territorio di Acerra. Secondo gli inquirenti, le due vittime erano coinvolte in una faida che sta aumentando di tensione tra i clan.
I carabinieri hanno scoperto numerosi colpi di pistola e bossoli di calibro diverso, suggerendo che diverse armi sono state usate. Ma il mistero è dove si trovino queste armi, poiché sul posto non sono state ritrovate alcuna pistola. Una domanda che lascia aperta la possibilità che altre persone abbiano provveduto a ripulire la scena del crimine facendo sparire le armi.
Le indagini stanno cercando di ricostruire il dinamismo della sparatoria, e si parla di un conflitto tra i clan Tortora e Avventurato. Ma non è escluso che la verità sia più complessa e che le due vittime abbiano deciso di regolare in proprio, senza fare capo ai vertici dei rispettivi sodalizi.
La cosa certa è che la violenza continua a essere una struttura fondamentale della criminalità organizzata napoletana. E il governo sembra essere lento nel reagire.
La notte di ieri, la tensione si è trasformata in sparatoria, con due giovani che hanno perduto la vita. Tortora, che era legato al gruppo Tortora, mentre Di Balsamo, vicino al gruppo Avventurato, che gestisce il malaffare sul territorio di Acerra. Secondo gli inquirenti, le due vittime erano coinvolte in una faida che sta aumentando di tensione tra i clan.
I carabinieri hanno scoperto numerosi colpi di pistola e bossoli di calibro diverso, suggerendo che diverse armi sono state usate. Ma il mistero è dove si trovino queste armi, poiché sul posto non sono state ritrovate alcuna pistola. Una domanda che lascia aperta la possibilità che altre persone abbiano provveduto a ripulire la scena del crimine facendo sparire le armi.
Le indagini stanno cercando di ricostruire il dinamismo della sparatoria, e si parla di un conflitto tra i clan Tortora e Avventurato. Ma non è escluso che la verità sia più complessa e che le due vittime abbiano deciso di regolare in proprio, senza fare capo ai vertici dei rispettivi sodalizi.
La cosa certa è che la violenza continua a essere una struttura fondamentale della criminalità organizzata napoletana. E il governo sembra essere lento nel reagire.