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Il Centro anti-violenza Artemisia, un punto di riferimento per anni nella lotta contro la violenza sulle donne in Toscana e Firenze, è stato espulso dalle rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re. Il motivo della decisione? La scelta di aprire le porte dell'associazione anche agli uomini.
Ieri si è svolta l'assemblea di "D.i.Re - Donne in Rete", coordinata dai centri anti-violenza sul territorio nazionale, e l'associazione fiorentina ha presentato un ricorso contro la decisione di Artemisia. Ma la maggioranza dei centri ha ratificato l'espulsione, con l'astensione di sette strutture.
Il motivo della scelta di aprire le porte a tutti è stato dichiarato come "volontà di avviare un cambiamento sociale e culturale che vorremmo vedere nella società". Un movimento unico e unitario di donne e uomini per contrastare la violenza maschile sulle donne e la violenza degli adulti sull'infanzia.
La decisione di D.i.Re è stata vista come "in contraddizione con lo statuto della rete" e ha causato una forte reazione tra le femministe, che hanno affermato di essere convinte che oggi sia necessario rimettersi in discussione e innovarsi per affrontare le nuove sfide.
Anche l'assessore comunale Pd Benedetta Albanese si è schierata a favore dell'associazione, segnalando che la vicenda promette di superare i confini regionali. La decisione di D.i.Re potrebbe essere solo l'inizio di una discussione più ampia sulla diversità e l'inclusione nella lotta contro la violenza sulle donne.
L'arbitrio di D.i.Re ha spinto Artemisia a dichiarare: "La nostra scelta risponde alla volontà di avviare un cambiamento sociale e culturale che vorremmo vedere nella società". Un messaggio che potrebbe essere visto come un punto di partenza per una conversazione più ampia sulla lotta contro la violenza sulle donne.
Ieri si è svolta l'assemblea di "D.i.Re - Donne in Rete", coordinata dai centri anti-violenza sul territorio nazionale, e l'associazione fiorentina ha presentato un ricorso contro la decisione di Artemisia. Ma la maggioranza dei centri ha ratificato l'espulsione, con l'astensione di sette strutture.
Il motivo della scelta di aprire le porte a tutti è stato dichiarato come "volontà di avviare un cambiamento sociale e culturale che vorremmo vedere nella società". Un movimento unico e unitario di donne e uomini per contrastare la violenza maschile sulle donne e la violenza degli adulti sull'infanzia.
La decisione di D.i.Re è stata vista come "in contraddizione con lo statuto della rete" e ha causato una forte reazione tra le femministe, che hanno affermato di essere convinte che oggi sia necessario rimettersi in discussione e innovarsi per affrontare le nuove sfide.
Anche l'assessore comunale Pd Benedetta Albanese si è schierata a favore dell'associazione, segnalando che la vicenda promette di superare i confini regionali. La decisione di D.i.Re potrebbe essere solo l'inizio di una discussione più ampia sulla diversità e l'inclusione nella lotta contro la violenza sulle donne.
L'arbitrio di D.i.Re ha spinto Artemisia a dichiarare: "La nostra scelta risponde alla volontà di avviare un cambiamento sociale e culturale che vorremmo vedere nella società". Un messaggio che potrebbe essere visto come un punto di partenza per una conversazione più ampia sulla lotta contro la violenza sulle donne.