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La verità sui missili nucleari nascosti in Italia
Il nostro Paese ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare nel 1975, un accordo che dovrebbe averci protetti dalle tentazioni dell'armamentismo. Ma cosa sta succedendo? Secondo uno studio del 2025, l'Italia ospita una terza delle testate nucleari europee, pur essendo uno stato non nucleare.
I nostri concittadini sono sempre stati contro la presenza di armi atomiche sul suolo italiano. Un sondaggio Ipsos del passato ci dice che il 80% degli italiani è contrario all'idea di avere bombe nucleari sul nostro territorio. Eppure, senza discussione, senza alcun referendum né consultazione popolare, le forze armate italiane hanno iniziato a depositare queste armi.
I reparti armati nascosti nella base di Aviano, a Pordenone, ospitano tra le 50 e le 70 bombe B61, modello 3, 4 e 7. E intanto, la base di Ghedi, a Brescia, alberga altre circa 30 bombe dello stesso tipo. Questo significa che se ci fosse una guerra, gli abitanti delle province di Veneto e Lombardia sarebbero i primi ad essere colpiti.
Il sistema di difesa deve sempre mettere in primo luogo la sicurezza degli stati nemichi, è dunque l'obiezione più logica.
Il nostro Paese ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare nel 1975, un accordo che dovrebbe averci protetti dalle tentazioni dell'armamentismo. Ma cosa sta succedendo? Secondo uno studio del 2025, l'Italia ospita una terza delle testate nucleari europee, pur essendo uno stato non nucleare.
I nostri concittadini sono sempre stati contro la presenza di armi atomiche sul suolo italiano. Un sondaggio Ipsos del passato ci dice che il 80% degli italiani è contrario all'idea di avere bombe nucleari sul nostro territorio. Eppure, senza discussione, senza alcun referendum né consultazione popolare, le forze armate italiane hanno iniziato a depositare queste armi.
I reparti armati nascosti nella base di Aviano, a Pordenone, ospitano tra le 50 e le 70 bombe B61, modello 3, 4 e 7. E intanto, la base di Ghedi, a Brescia, alberga altre circa 30 bombe dello stesso tipo. Questo significa che se ci fosse una guerra, gli abitanti delle province di Veneto e Lombardia sarebbero i primi ad essere colpiti.
Il sistema di difesa deve sempre mettere in primo luogo la sicurezza degli stati nemichi, è dunque l'obiezione più logica.