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"Catania, la lotta contro le frodi al reddito di cittadinanza: 389 su 862 non ne avevano diritto"
A Catania, un'indagine della compagnia Fontanarossa e dell'Inps ha rivelato che il 45% dei percettori del reddito di cittadinanza controllati non ne aveva alcun diritto. Tra loro, 191 sono stati pregiudicati, tre dei quali per reati di mafia, con un danno all'erario di circa tre milioni di euro.
La maggior parte delle frodi è stata commessa nel quartiere di Librino, zona Sud della città, dove si trova una popolazione di circa 75 mila abitanti. Gli investigatori hanno denunciato "molteplici ed evidenti irregolarità" commesse dagli indebiti percettori, con la piena consapevolezza di voler "ingannare" lo Stato italiano.
Secondo quanto ricostruito nell'inchiesta, molti richiedenti dichiaravano di essere i soli componenti del nucleo familiare, anche se in realtà c'erano già persone che lavoravano o erano presenti nello stesso appartamento. Questa modalità di richiesta permetteva al beneficiario di accaparrarsi più somme di denaro.
Gli investigatori hanno scoperto anche residenze fittizie, come negozi o aree di campagna, e addirittura indirizzi corrispondenti a quelli di carcere. In alcuni casi, gli arrestati domestici e lavoratori "in nero", soprattutto in cantieri edili, sono stati individuati tra i percettori del reddito.
Inoltre, 41 cittadini stranieri non avevano diritto al reddito, ma attestavano falsamente di essere residenti in Italia da più di dieci anni. Questo caso ha rivelato la necessità di una maggiore attenzione verso le frodi commesse dai richiedenti.
Non è la prima volta che a Catania si verificano frodi al reddito di cittadinanza. Gli stessi carabinieri ne hanno scoperti altri 250 falsi, con un danno erariale di circa un milione e 850 mila euro l'anno scorso.
È importante sottolineare che la legge richiede una serie di requisiti per poter accedere al reddito di cittadinanza, tra cui la residenza in Italia da più di dieci anni. La scoperta delle frodi commesse dai richiedenti è un esempio della necessità di una maggiore attenzione e controllo sulla burocrazia pubblica.
A Catania, un'indagine della compagnia Fontanarossa e dell'Inps ha rivelato che il 45% dei percettori del reddito di cittadinanza controllati non ne aveva alcun diritto. Tra loro, 191 sono stati pregiudicati, tre dei quali per reati di mafia, con un danno all'erario di circa tre milioni di euro.
La maggior parte delle frodi è stata commessa nel quartiere di Librino, zona Sud della città, dove si trova una popolazione di circa 75 mila abitanti. Gli investigatori hanno denunciato "molteplici ed evidenti irregolarità" commesse dagli indebiti percettori, con la piena consapevolezza di voler "ingannare" lo Stato italiano.
Secondo quanto ricostruito nell'inchiesta, molti richiedenti dichiaravano di essere i soli componenti del nucleo familiare, anche se in realtà c'erano già persone che lavoravano o erano presenti nello stesso appartamento. Questa modalità di richiesta permetteva al beneficiario di accaparrarsi più somme di denaro.
Gli investigatori hanno scoperto anche residenze fittizie, come negozi o aree di campagna, e addirittura indirizzi corrispondenti a quelli di carcere. In alcuni casi, gli arrestati domestici e lavoratori "in nero", soprattutto in cantieri edili, sono stati individuati tra i percettori del reddito.
Inoltre, 41 cittadini stranieri non avevano diritto al reddito, ma attestavano falsamente di essere residenti in Italia da più di dieci anni. Questo caso ha rivelato la necessità di una maggiore attenzione verso le frodi commesse dai richiedenti.
Non è la prima volta che a Catania si verificano frodi al reddito di cittadinanza. Gli stessi carabinieri ne hanno scoperti altri 250 falsi, con un danno erariale di circa un milione e 850 mila euro l'anno scorso.
È importante sottolineare che la legge richiede una serie di requisiti per poter accedere al reddito di cittadinanza, tra cui la residenza in Italia da più di dieci anni. La scoperta delle frodi commesse dai richiedenti è un esempio della necessità di una maggiore attenzione e controllo sulla burocrazia pubblica.