VoceLibera
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I sindacati si sfidano per capire chi sia il vero difensore dei lavoratori: in Grecia propongono 13 ore di lavoro per aumentare i salari, mentre in Italia scioperano contro gli sgravi fiscali. Ma chi realmente è a favore dei lavoratori?
In Grecia, la proposta di aumentare le ore di lavoro fino a 13, con un aumento del 40% delle buste paga, ha scatenato una furia di protesta tra i sindacati. Secondo loro, si tratta di "un atto barbarico e disumano" che non può essere tollerato in una società moderna. Ma perché? Perché il governo propone una soluzione per affrontare la povertà diffusa nel paese: 5 ore in più delle normali otto, consentite solo per 37 giorni l'anno e su base volontaria.
Ma cosa c'entra tutto questo con la realtà del lavoro? La globalizzazione ha immesso sul mercato prodotti che provengono da Paesi dove si lavora molto di più di noi. In India, Vietnam e Cambogia, la manodopera è disposta a lavorare flessibilmente per guadagnare un reddito. E se noi dobbiamo fare i conti con questi mercati, perché non tollerare una soluzione che potrebbe aiutare i lavoratori?
In Italia, invece, si scioperano contro gli sgravi fiscali proposti dal governo. Ma per chi? Per i sindacati o per i lavoratori? La risposta è semplice: se oggi Landini e compagni scioperano, difendono gli interessi della loro corporazione, non quelli dei lavoratori.
Quando i sindacati alleggeriscono gli stipendi, si tratta di una decisione collettiva che può aiutare a crescere l'economia. Ma quando agiscono per contrastare la globalizzazione e proteggere il lavoro italiano, sembrano più preoccupati della loro corporazione che dei lavoratori.
E così, mentre in Grecia si propone una soluzione per affrontare la povertà diffusa, in Italia ci sono ancora molte questioni aperte su chi sia davvero a favore dei lavoratori.
In Grecia, la proposta di aumentare le ore di lavoro fino a 13, con un aumento del 40% delle buste paga, ha scatenato una furia di protesta tra i sindacati. Secondo loro, si tratta di "un atto barbarico e disumano" che non può essere tollerato in una società moderna. Ma perché? Perché il governo propone una soluzione per affrontare la povertà diffusa nel paese: 5 ore in più delle normali otto, consentite solo per 37 giorni l'anno e su base volontaria.
Ma cosa c'entra tutto questo con la realtà del lavoro? La globalizzazione ha immesso sul mercato prodotti che provengono da Paesi dove si lavora molto di più di noi. In India, Vietnam e Cambogia, la manodopera è disposta a lavorare flessibilmente per guadagnare un reddito. E se noi dobbiamo fare i conti con questi mercati, perché non tollerare una soluzione che potrebbe aiutare i lavoratori?
In Italia, invece, si scioperano contro gli sgravi fiscali proposti dal governo. Ma per chi? Per i sindacati o per i lavoratori? La risposta è semplice: se oggi Landini e compagni scioperano, difendono gli interessi della loro corporazione, non quelli dei lavoratori.
Quando i sindacati alleggeriscono gli stipendi, si tratta di una decisione collettiva che può aiutare a crescere l'economia. Ma quando agiscono per contrastare la globalizzazione e proteggere il lavoro italiano, sembrano più preoccupati della loro corporazione che dei lavoratori.
E così, mentre in Grecia si propone una soluzione per affrontare la povertà diffusa, in Italia ci sono ancora molte questioni aperte su chi sia davvero a favore dei lavoratori.