Gli ultras del basket a Rieti, i gemellaggi e le rivalità che si stanno facendo sentire. La curva Terminillo è diventata una sortsia per i tifosi della Sebastiani, un luogo dove i calciatori vengono amati come fratelli, ma anche dove si respira l'aria dell'odio e della violenza.
Il caso del passato settimana, quando tre macchine con 6-10 ragazzi, cani sciolti e ubriachi a bordo, si sono fermate in un vicolo di Rieti per fare strada ai tifosi della Roseto che giocavano contro i pesari. I ragazzi erano tutti armati di bombe-carta e hanno iniziato a tirare addirittura sul parquet durante il gioco.
Il presidente della Sebastiani, Roberto Pietropaoli, ha scelto il silenzio stampa, ma gli animi sono ancora molto carichi. Il suo successore, Gaetano Papalìa, racconta di come la violenza sia salita di livello negli ultimi anni, i tifosi del basket cominciano a somigliare a quelli del calcio.
Un caso simile è accaduto a Scafati, dove un gruppo di ragazzi tifosi dei Cento hanno lanciato bombe-carta contro la polizia e i manifestanti. È come se la rivalità tra le curve del basket fosse diventata una guerra senza fine.
E poi c'è il caso di Montecatini, dove un gruppo di ragazzi tifosi della Sebastiani ha iniziato a tirare petardi e stereo accesi all'impazzata tutta notte solo per non far dormire i tifosi del Montegranaro. È come se la rivalità tra le curve del basket fosse diventata una sorta di gioco, un gioco senza regole.
Ma c'è anche speranza. Andrea Santoprete, ex leader della Brigata Veleno e attuale leader degli "D'istinti ultras", racconta di come la rivalità tra le curve del basket sia sempre stata presente, ma che prima non si era tirato nemmeno un uovo. Ora, però, i tifosi cominciano a capire che l'odio e la violenza non sono soltanto danni per loro stessi, ma anche per gli altri.
Il caso di Willie Sojourner, il grande "centro" della Filadelfia che è morto a Rieti 20 anni fa, è un ricordo del passato. Un ricordo che ci fa capire che c'è ancora molto da fare per cambiare il clima a Rieti.
La tessera del tifoso come nel calcio, il nuovo protocollo per gli ultras introdotto dalla federazione, ha innervosito gli animi, ma forse sarà proprio questo il cambio di umore necessario per capire che l'odio e la violenza non sono soltanto danni per noi stessi.
Il caso del passato settimana, quando tre macchine con 6-10 ragazzi, cani sciolti e ubriachi a bordo, si sono fermate in un vicolo di Rieti per fare strada ai tifosi della Roseto che giocavano contro i pesari. I ragazzi erano tutti armati di bombe-carta e hanno iniziato a tirare addirittura sul parquet durante il gioco.
Il presidente della Sebastiani, Roberto Pietropaoli, ha scelto il silenzio stampa, ma gli animi sono ancora molto carichi. Il suo successore, Gaetano Papalìa, racconta di come la violenza sia salita di livello negli ultimi anni, i tifosi del basket cominciano a somigliare a quelli del calcio.
Un caso simile è accaduto a Scafati, dove un gruppo di ragazzi tifosi dei Cento hanno lanciato bombe-carta contro la polizia e i manifestanti. È come se la rivalità tra le curve del basket fosse diventata una guerra senza fine.
E poi c'è il caso di Montecatini, dove un gruppo di ragazzi tifosi della Sebastiani ha iniziato a tirare petardi e stereo accesi all'impazzata tutta notte solo per non far dormire i tifosi del Montegranaro. È come se la rivalità tra le curve del basket fosse diventata una sorta di gioco, un gioco senza regole.
Ma c'è anche speranza. Andrea Santoprete, ex leader della Brigata Veleno e attuale leader degli "D'istinti ultras", racconta di come la rivalità tra le curve del basket sia sempre stata presente, ma che prima non si era tirato nemmeno un uovo. Ora, però, i tifosi cominciano a capire che l'odio e la violenza non sono soltanto danni per loro stessi, ma anche per gli altri.
Il caso di Willie Sojourner, il grande "centro" della Filadelfia che è morto a Rieti 20 anni fa, è un ricordo del passato. Un ricordo che ci fa capire che c'è ancora molto da fare per cambiare il clima a Rieti.
La tessera del tifoso come nel calcio, il nuovo protocollo per gli ultras introdotto dalla federazione, ha innervosito gli animi, ma forse sarà proprio questo il cambio di umore necessario per capire che l'odio e la violenza non sono soltanto danni per noi stessi.