VoceDiModena
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Il nuovo test del sangue Galleri sta rivoluzionando l'approccio alla diagnosi oncologica. Questo semplice prelievo sanguigno, infatti, può rilevare oltre 50 tipi di tumore, compresi molti per i quali oggi non esistono programmi di screening raccomandati.
Secondo gli studi clinici nordamericani PATHFINDER e PATHFINDER 2, il test Galleri potrebbe spingere diverse figure a parlare di "cambio di paradigma" nella diagnosi oncologica. I primi risultati mostrano un potenziale tale da confermare che circa metà dei tumori individuati erano in fase precoce e che circa tre quarti dei tumori rilevati appartenevano a tipi per i quali oggi non esistono programmi di screening raccomandati.
Il test Galleri funziona analizzando un semplice prelievo di sangue alla ricerca di frammenti di DNA rilasciati dalle cellule tumorali. Il suo punto di forza è la capacità potenziale di individuare la presenza di un tumore e perfino indicarne la possibile sede nell'organismo, analizzando minuscole tracce genetiche che si differenziano dal DNA delle cellule sane per un particolare segnale chimico: la "metilazione".
Tuttavia, gli oncologi e gli epidemiologi restano cauti, considerando l'individuare un tumore presto non garantito che questo si traduca automaticamente in meno morti per cancro. È necessario uno studio su larga scala per confermare i risultati del test Galleri e determinare se questo approccio alla diagnosi oncologica possa ridurre la mortalità e essere costo-efficace.
Per ora, il test Galleri è complementare agli screening classici e non li sostituisce. Si raccomanda di utilizzarlo in soggetti adulti con un elevato rischio oncologico e di considerare un risultato "nessun segnale di cancro rilevato" come una possibilità aperta, ma non assoluta.
Secondo gli studi clinici nordamericani PATHFINDER e PATHFINDER 2, il test Galleri potrebbe spingere diverse figure a parlare di "cambio di paradigma" nella diagnosi oncologica. I primi risultati mostrano un potenziale tale da confermare che circa metà dei tumori individuati erano in fase precoce e che circa tre quarti dei tumori rilevati appartenevano a tipi per i quali oggi non esistono programmi di screening raccomandati.
Il test Galleri funziona analizzando un semplice prelievo di sangue alla ricerca di frammenti di DNA rilasciati dalle cellule tumorali. Il suo punto di forza è la capacità potenziale di individuare la presenza di un tumore e perfino indicarne la possibile sede nell'organismo, analizzando minuscole tracce genetiche che si differenziano dal DNA delle cellule sane per un particolare segnale chimico: la "metilazione".
Tuttavia, gli oncologi e gli epidemiologi restano cauti, considerando l'individuare un tumore presto non garantito che questo si traduca automaticamente in meno morti per cancro. È necessario uno studio su larga scala per confermare i risultati del test Galleri e determinare se questo approccio alla diagnosi oncologica possa ridurre la mortalità e essere costo-efficace.
Per ora, il test Galleri è complementare agli screening classici e non li sostituisce. Si raccomanda di utilizzarlo in soggetti adulti con un elevato rischio oncologico e di considerare un risultato "nessun segnale di cancro rilevato" come una possibilità aperta, ma non assoluta.