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Un incidente sfiorato, ma con tensioni a lungo termine. Ieri iniziava una nuova giornata nel Mar Cinese Meridionale quando un jet da combattimento cinese avvicinò un P-8A della marina australiana. La sua missione di pattugliamento, come sempre di routine. Ma il velivolo militare australiano si è "intromesso illegalmente" nello spazio aereo cinese, secondo il colonnello Li Jianjian del Comando del teatro aereo meridionale cinese.
L'esercito popolare di liberazione accusa Canberra di aver gravemente violato la sovranità della Cina. Una reazione forte, considerata le tensioni already esistenti tra i due Paesi in Asia e l'ultimo conflitto tra gli eserciti australiano e cinese nella regione.
E infatti, come sottolinea il portavoce del Comando del teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione, Shi Yi, "il transito ha inviato segnali sbagliati e aumentato i rischi per la sicurezza, e le forze del teatro rimangono in stato di massima allerta".
Ma Canberra non si lascia intimidire. Il ministro della Difesa australiano Richard Marles ha dichiarato che "nessuno è rimasto ferito", ma ha definito l'azione cinese "pericolosa e poco professionale". "Gestiamo i nostri eserciti in modo sicuro e professionale", sottolinea.
E anche per Pechino, la situazione non sembra molto chiara. La Marina militare di Pechino ha utilizzato impulsi sonar nelle acque internazionali al largo del Giappone, provocando lesioni ai subacquei australiani nel novembre scorso. Un altro caso che fa parte delle tensioni tra i due Paesi.
Il messaggio di Pechino sembra essere sempre lo stesso: "cessare immediatamente le sue azioni illecite e provocatorie". Ma Canberra non sembra disposta a cedere. La situazione rimane incerta, con scontri e tensioni che continuano a sorgere nella regione.
Un conflitto senza una fine prevedibile? Forse solo per l'Australia, la Cina sembra avere un piano diverso per il futuro.
L'esercito popolare di liberazione accusa Canberra di aver gravemente violato la sovranità della Cina. Una reazione forte, considerata le tensioni already esistenti tra i due Paesi in Asia e l'ultimo conflitto tra gli eserciti australiano e cinese nella regione.
E infatti, come sottolinea il portavoce del Comando del teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione, Shi Yi, "il transito ha inviato segnali sbagliati e aumentato i rischi per la sicurezza, e le forze del teatro rimangono in stato di massima allerta".
Ma Canberra non si lascia intimidire. Il ministro della Difesa australiano Richard Marles ha dichiarato che "nessuno è rimasto ferito", ma ha definito l'azione cinese "pericolosa e poco professionale". "Gestiamo i nostri eserciti in modo sicuro e professionale", sottolinea.
E anche per Pechino, la situazione non sembra molto chiara. La Marina militare di Pechino ha utilizzato impulsi sonar nelle acque internazionali al largo del Giappone, provocando lesioni ai subacquei australiani nel novembre scorso. Un altro caso che fa parte delle tensioni tra i due Paesi.
Il messaggio di Pechino sembra essere sempre lo stesso: "cessare immediatamente le sue azioni illecite e provocatorie". Ma Canberra non sembra disposta a cedere. La situazione rimane incerta, con scontri e tensioni che continuano a sorgere nella regione.
Un conflitto senza una fine prevedibile? Forse solo per l'Australia, la Cina sembra avere un piano diverso per il futuro.