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Il questore di Milano gli ha tolto il permesso di entrare a Milano per un anno. Il presidente della Federazione Palestinesi in Italia, Mohammad Hannoun, oggi 25 ottobre, non poteva fare altro che lasciare l'aereo di Linate, dove era atterrato poco fa per partecipare alla manifestazione proPal in programma nel pomeriggio.
Gli agenti della polizia, che gli erano stati assegnati, lo hanno identificato e portato in ufficio, dove gli hanno comunicato il divieto di entrare a Milano per un anno. Si tratta di una misura preoccupante, considerando le dichiarazioni di Hannoun durante la manifestazione Pro-Palestina di ieri 18 ottobre.
Secondo il decreto del questore, le frasi di Hannoun «avrebbero potuto generare reazioni di massa incontrollabili, mettendo a rischio la sicurezza pubblica». Tra le dichiarazioni c'è quella: "Chi uccide va ucciso. Perché piangere per questi criminali". Una frase che ha acceso la polemica politica e ha già suscitato la reazione del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che aveva annunciato l'arrivo di "misure di rigore" per le sue dichiarazioni.
Ma Hannoun non si arrende. In un'intervista telefonica con i manifestanti a Milano, ha detto di essere stato vittima della lobby sionista, che attacca le sue dichiarazioni. Secondo lui, non hanno mai due facce come loro, che sostengono i criminali e parlano di pace.
Il precedente del presidente della Federazione Palestinesi in Italia è però un esempio di come le sue parole possano avere conseguenze. Settimane fa, aveva avuto un foglio di via da Milano per sei mesi dopo le sue dichiarazioni a Amsterdam, in cui aveva elogiato la "lezione" data ai tifosi del Maccabi Tel Aviv.
La polemica su Mohammad Hannoun sembra avere solo inizio.
Gli agenti della polizia, che gli erano stati assegnati, lo hanno identificato e portato in ufficio, dove gli hanno comunicato il divieto di entrare a Milano per un anno. Si tratta di una misura preoccupante, considerando le dichiarazioni di Hannoun durante la manifestazione Pro-Palestina di ieri 18 ottobre.
Secondo il decreto del questore, le frasi di Hannoun «avrebbero potuto generare reazioni di massa incontrollabili, mettendo a rischio la sicurezza pubblica». Tra le dichiarazioni c'è quella: "Chi uccide va ucciso. Perché piangere per questi criminali". Una frase che ha acceso la polemica politica e ha già suscitato la reazione del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che aveva annunciato l'arrivo di "misure di rigore" per le sue dichiarazioni.
Ma Hannoun non si arrende. In un'intervista telefonica con i manifestanti a Milano, ha detto di essere stato vittima della lobby sionista, che attacca le sue dichiarazioni. Secondo lui, non hanno mai due facce come loro, che sostengono i criminali e parlano di pace.
Il precedente del presidente della Federazione Palestinesi in Italia è però un esempio di come le sue parole possano avere conseguenze. Settimane fa, aveva avuto un foglio di via da Milano per sei mesi dopo le sue dichiarazioni a Amsterdam, in cui aveva elogiato la "lezione" data ai tifosi del Maccabi Tel Aviv.
La polemica su Mohammad Hannoun sembra avere solo inizio.