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Una notte terribile a Tempio Pausania. Una giovane vita precipitata giù da un ponte, come se il destino avesse deciso di rompere i fili di una storia ancora da scrivere. Omar Masia, 25 anni, ragazzo con una vita ancora piena di promessi e sogni, è morto tra le braccia del pianto, mentre suo padre Massimiliano Masia, a lui fratello, c'era di seguito per cercare di riscattare il tempo che non gli era stato dato. La strada Baldu-L'Agnata, una via d'ombra e silenzio, dove la notte aveva inghiottito cinque giovani amici.
La BMW bianca, simbolo di libertà e passione, si era all'improvviso fermata, come se il motore avesse perso l'energia. La notte, esausta e buia, sembrava aver soffocato la vettura tra le braccia di un ponte in disuso. L'autovettura, schiantandosi sul suolo, aveva lasciato i suoi occupanti senza speranza, cadendo giù da un abisso di pietra e cemento.
Il gruppo di amici, diretti a una festa allestita in casa privata, si erano scelti per la strada a lungo percorribile. Ma il destino aveva deciso di rompere i fili della loro gioia. Il padre del giovane Omar, Massimiliano Masia, era stato tra i primi soccorritori, c'era lì di seguito con le sue mani incrociate in un preghiera disperata.
Ora il giovane Omar si trova solo, nella sua famiglia e nelle ombre della sua morte. I suoi amici, feriti gravemente, sono stati trasportati all'ospedale per una cura lunga e difficile. Una notte di pianto e disperazione che non lascerà più passare senza lasciare le sue cicatrici nel cuore della comunità.
La BMW bianca, simbolo di libertà e passione, si era all'improvviso fermata, come se il motore avesse perso l'energia. La notte, esausta e buia, sembrava aver soffocato la vettura tra le braccia di un ponte in disuso. L'autovettura, schiantandosi sul suolo, aveva lasciato i suoi occupanti senza speranza, cadendo giù da un abisso di pietra e cemento.
Il gruppo di amici, diretti a una festa allestita in casa privata, si erano scelti per la strada a lungo percorribile. Ma il destino aveva deciso di rompere i fili della loro gioia. Il padre del giovane Omar, Massimiliano Masia, era stato tra i primi soccorritori, c'era lì di seguito con le sue mani incrociate in un preghiera disperata.
Ora il giovane Omar si trova solo, nella sua famiglia e nelle ombre della sua morte. I suoi amici, feriti gravemente, sono stati trasportati all'ospedale per una cura lunga e difficile. Una notte di pianto e disperazione che non lascerà più passare senza lasciare le sue cicatrici nel cuore della comunità.