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Un accordo teso, e fragilissimo. Il governo israeliano ha confermato di mantenere il pieno controllo della sicurezza sulla Striscia di Gaza, ma anche che le squadre della Croce Rossa internazionale e dell’Egitto hanno ottenuto l’autorizzazione per oltrepassare la Linea Gialla. Questo, secondo i funzionari israeliani, significa una maggiore accessibilità umanitaria nella zona.
Ma Netanyahu non è contento. Il premier ha dichiarato che Israele non ha bisogno di alcun via libera per colpire i suoi nemici, che sono uno "Stato indipendente". "La nostra politica di sicurezza è nelle nostre mani", ha detto. E aggiunge: "Rispondiamo a nostra discrezione agli attacchi, come abbiamo visto in Libano e più recentemente a Gaza".
La Croce Rossa, invece, sarà impegnata nella ricerca dei corpi degli ostaggi. Le squadre sono previste per entrare nella zona di Rafah e Gaza City, dove si spera di localizzare i resti dei 13 ostaggi che Hamas sostiene di non aver ancora trovato.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ordinato all’Idf di distruggere i tunnel sul lato israeliano della "Linea Gialla". Sono previste le demolizioni del 60% delle strutture, mentre il restante rimarrà intatto.
E Hamas non è contento. Il leader Khalil al-Hayya ha affermato che le armi di Hamas sono legate all’esistenza dell’occupazione israeliana e che se questa dovesse finire, queste armi verrebbero consegnate allo Stato.
Il primo ministro Netanyahu ha anche detto che Israele avrà il diritto di veto sui membri della forza di sicurezza Gaza. L’Egitto, invece, è stato ammesso a far parte della forza internazionale, ma la Turchia, sua rivale regionale, non sarà più presente.
E poi c’è l’aiuto umanitario. Il governo israeliano aveva considerato di interrompere le consegne di aiuti a Gaza per fare pressione sul gruppo terroristico, ma l’amministrazione Trump ha bloccato la mossa, temendo che avrebbe portato al crollo della tregua.
La situazione è ancora molto tesa. La Striscia di Gaza, che è stata il teatro di una serie di conflitti con Israele, continua a essere un punto di scontro tra il governo israeliano e Hamas. Ma il governo israeliano sembra pronto a mantenere la pressione, anche se per ora senza colpire direttamente Hamas.
Ma Netanyahu non è contento. Il premier ha dichiarato che Israele non ha bisogno di alcun via libera per colpire i suoi nemici, che sono uno "Stato indipendente". "La nostra politica di sicurezza è nelle nostre mani", ha detto. E aggiunge: "Rispondiamo a nostra discrezione agli attacchi, come abbiamo visto in Libano e più recentemente a Gaza".
La Croce Rossa, invece, sarà impegnata nella ricerca dei corpi degli ostaggi. Le squadre sono previste per entrare nella zona di Rafah e Gaza City, dove si spera di localizzare i resti dei 13 ostaggi che Hamas sostiene di non aver ancora trovato.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ordinato all’Idf di distruggere i tunnel sul lato israeliano della "Linea Gialla". Sono previste le demolizioni del 60% delle strutture, mentre il restante rimarrà intatto.
E Hamas non è contento. Il leader Khalil al-Hayya ha affermato che le armi di Hamas sono legate all’esistenza dell’occupazione israeliana e che se questa dovesse finire, queste armi verrebbero consegnate allo Stato.
Il primo ministro Netanyahu ha anche detto che Israele avrà il diritto di veto sui membri della forza di sicurezza Gaza. L’Egitto, invece, è stato ammesso a far parte della forza internazionale, ma la Turchia, sua rivale regionale, non sarà più presente.
E poi c’è l’aiuto umanitario. Il governo israeliano aveva considerato di interrompere le consegne di aiuti a Gaza per fare pressione sul gruppo terroristico, ma l’amministrazione Trump ha bloccato la mossa, temendo che avrebbe portato al crollo della tregua.
La situazione è ancora molto tesa. La Striscia di Gaza, che è stata il teatro di una serie di conflitti con Israele, continua a essere un punto di scontro tra il governo israeliano e Hamas. Ma il governo israeliano sembra pronto a mantenere la pressione, anche se per ora senza colpire direttamente Hamas.