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L'Unione europea ha appena dato il via libera allo stop totale alle importazioni di gas russo entro il 2027. Una mossa che, secondo Dan Jorgensen, commissario Ue all’energia, “consente all’Ue di ottenere la sua indipendenza energetica” e garantisce la sicurezza dell’approvvigionamento ai suoi cittadini.
Ma c'è anche chi critica questa decisione. Viktor Orban, il ministro degli Esteri ungherese, ha usato parole molto dure, cercando di convincere gli altri che i rapporti con Mosca non hanno nulla a che vedere con la posizione di Budapest. "Per noi l'approvvigionamento energetico non ha nulla a che fare con la politica", ha detto.
La Slovacchia è stata anch'essa critica alla decisione, sostenendo che l'Ucraina dovrebbe essere una priorità per l'Ue. Ma nonostante le proteste di alcuni Paesi europei, Bruxelles è riuscita a raggiungere un accordo con la maggioranza dei membri.
Tuttavia, ci sono ancora molti quesiti aperti. Come il fatto che gli importazioni di gas russo saranno vietate dal 1° gennaio 2026 e che ci sarà un periodo di transizione per i contratti già in essere. Quelli a breve termine potranno proseguire fino al 17 giugno 2026, ma poi dovranno cessare senza alcuna possibilità di proroga.
Inoltre, il Consiglio Ue ha introdotto una serie di meccanismi di controllo per evitare che i più rigidi facciano i furbi. Il gas russo importato durante la fase transitoria dovrà essere preceduto da una documentazione obbligatoria almeno un mese prima del suo ingresso sul territorio Ue.
La situazione è ancora molto tesa, in particolare per l'Ungheria che si appresta a diventare il centro dell'attenzione europea. Il presidente francese Emmanuel Macron ha raccolto la proposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e ha annunciato una riunione fra Russia, Usa e Ue per discutere della sicurezza europea.
Ma ci sono ancora molti quesiti aperti su come questo accordo potrà essere implementato e se sarà effettivamente in grado di ridurre la dipendenza energetica dell'Ue rispetto alla Russia.
Ma c'è anche chi critica questa decisione. Viktor Orban, il ministro degli Esteri ungherese, ha usato parole molto dure, cercando di convincere gli altri che i rapporti con Mosca non hanno nulla a che vedere con la posizione di Budapest. "Per noi l'approvvigionamento energetico non ha nulla a che fare con la politica", ha detto.
La Slovacchia è stata anch'essa critica alla decisione, sostenendo che l'Ucraina dovrebbe essere una priorità per l'Ue. Ma nonostante le proteste di alcuni Paesi europei, Bruxelles è riuscita a raggiungere un accordo con la maggioranza dei membri.
Tuttavia, ci sono ancora molti quesiti aperti. Come il fatto che gli importazioni di gas russo saranno vietate dal 1° gennaio 2026 e che ci sarà un periodo di transizione per i contratti già in essere. Quelli a breve termine potranno proseguire fino al 17 giugno 2026, ma poi dovranno cessare senza alcuna possibilità di proroga.
Inoltre, il Consiglio Ue ha introdotto una serie di meccanismi di controllo per evitare che i più rigidi facciano i furbi. Il gas russo importato durante la fase transitoria dovrà essere preceduto da una documentazione obbligatoria almeno un mese prima del suo ingresso sul territorio Ue.
La situazione è ancora molto tesa, in particolare per l'Ungheria che si appresta a diventare il centro dell'attenzione europea. Il presidente francese Emmanuel Macron ha raccolto la proposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e ha annunciato una riunione fra Russia, Usa e Ue per discutere della sicurezza europea.
Ma ci sono ancora molti quesiti aperti su come questo accordo potrà essere implementato e se sarà effettivamente in grado di ridurre la dipendenza energetica dell'Ue rispetto alla Russia.