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In Pavia, un nuovo colpo di scena si abbassa sul caso Garlasco. La Procura di Brescia, coordinata da Francesco Prete e Claudia Moregola, ha ordinato il sequestro di numerosi dispositivi informatici, tra cui telefoni cellulari, pc e tablet, per indagare presunti contatti e scambi di denaro nel caso del 2017. L'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è accusato di corruzione in atti giudiziari.
Ventiquattro ore prima, il Tribunale del Riesame aveva annullato un primo sequestro dei dispositivi informatici di Venditti e di due ex carabinieri della polizia giudiziaria di Pavia. Ma Brescia non si è fermata. Il nuovo decreto ordina la copia forense di tutti i dispositivi elettronici, in cerca di messaggi, email, foto e documenti che potrebbero chiarire rapporti tra Venditti, gli investigatori di Pavia e la famiglia Sempio.
Secondo i magistrati, la consulenza del genetista Pasquale Linarello nel 2017 attribuiva ad Andrea Sempio il profilo di DNA rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Ma cosa è successo alla consulenza? La Procura vuole sapere se fu in possesso della difesa di Sempio prima dell'archiviazione, e se ciò potrebbe significare una fuga di notizie o un passaggio illecito di documenti d'indagine.
I magistrati cercano anche di capire chi avesse la disponibilità del file originale. Ma l'obiettivo è più ampio: ricostruire l'intera rete di relazioni che legava gli indagati ai protagonisti delle indagini di allora. La Procura vuole sapere se vi furono passaggi di denaro o favori in grado di influenzare l'esito dell'indagine, e quali rapporti personali intercorressero tra la famiglia Sempio, i consulenti e alcuni esponenti della Procura di Pavia.
Il nodo delle intercettazioni è un altro punto chiave. Secondo gli inquirenti, alcune registrazioni furono manomesse o tagliate, e altre mai trascritte. E il caso Garlasco continua a risuonare tra carte, analisi e memorie digitali.
Ventiquattro ore prima, il Tribunale del Riesame aveva annullato un primo sequestro dei dispositivi informatici di Venditti e di due ex carabinieri della polizia giudiziaria di Pavia. Ma Brescia non si è fermata. Il nuovo decreto ordina la copia forense di tutti i dispositivi elettronici, in cerca di messaggi, email, foto e documenti che potrebbero chiarire rapporti tra Venditti, gli investigatori di Pavia e la famiglia Sempio.
Secondo i magistrati, la consulenza del genetista Pasquale Linarello nel 2017 attribuiva ad Andrea Sempio il profilo di DNA rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Ma cosa è successo alla consulenza? La Procura vuole sapere se fu in possesso della difesa di Sempio prima dell'archiviazione, e se ciò potrebbe significare una fuga di notizie o un passaggio illecito di documenti d'indagine.
I magistrati cercano anche di capire chi avesse la disponibilità del file originale. Ma l'obiettivo è più ampio: ricostruire l'intera rete di relazioni che legava gli indagati ai protagonisti delle indagini di allora. La Procura vuole sapere se vi furono passaggi di denaro o favori in grado di influenzare l'esito dell'indagine, e quali rapporti personali intercorressero tra la famiglia Sempio, i consulenti e alcuni esponenti della Procura di Pavia.
Il nodo delle intercettazioni è un altro punto chiave. Secondo gli inquirenti, alcune registrazioni furono manomesse o tagliate, e altre mai trascritte. E il caso Garlasco continua a risuonare tra carte, analisi e memorie digitali.