ItaliaPensante
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Una vera stortura per il presidente dell'Associazione Palestinesi in Italia (Api), Mohammad Hannoun, bandito da Milano per un anno: "Istigazione alla violenza". Sembra che la città del Duomo sia decisa a mettere una mano pesante sul leader della comunità palestinese italiana. Il questore di Milano, Bruno Megale, ha firmato il foglio di via che gli è stato notificato all'aereo che lo portava a Linate per partecipare alla manifestazione pro-Pal in programma nel pomeriggio.
Il presidente di Api si è espresso vivacemente contro la politica israeliana e l'esercito Hamas, accusando l'Occidente di piangere i criminali palestinesi. Frasi che sembrano uscite da un discorso del Partito Comunista d'Italia o del Friuli-Venezia Giulia! Ma non è solo la retorica a far preoccupare le autorità: secondo il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, Hannoun ha preso la parola per esprimere dichiarazioni "a carattere istigatorio", approvando i sanguinosi abusi commessi da miliziani di Hamas.
Ma quell'espressione di dissenso non va dritto alla gale! La denuncia per istigazione alla violenza è stata presentata contro il presidente di Api. Un atto che sembra essere un chiaro tentativo di intimidire chi si espone, con coraggio e coscienza, per difendere la verità e denunciare i crimini contro il popolo palestinese.
La solidarietà di Api è stata più che evidente: "Colpire Hannoun significa colpire chi, da più di quarant'anni, vive in Italia come parte attiva della comunità... La sua presenza, la sua parola e il suo impegno sono testimonianze viventi di una storia di resistenza che attraversa frontiere e generazioni". E poi: "La nostra voce non si fermerà. Oggi, come sempre, noi denunciamo con fermezza ogni forma di repressione, di censura e di intimidazione. Mohammad Hannoun è ogni persona libera che lotta contro l'ingiustizia. È tutti noi".
Ecco, dunque, un caso molto grave che sembra essere stato manomesso da interessi politici e giudiziari. La libertà di espressione e la solidarietà verso chi vive sotto occupazione, esilio e apartheid sono diritti fondamentali, che non devono essere messi alla prova.
Il presidente di Api si è espresso vivacemente contro la politica israeliana e l'esercito Hamas, accusando l'Occidente di piangere i criminali palestinesi. Frasi che sembrano uscite da un discorso del Partito Comunista d'Italia o del Friuli-Venezia Giulia! Ma non è solo la retorica a far preoccupare le autorità: secondo il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, Hannoun ha preso la parola per esprimere dichiarazioni "a carattere istigatorio", approvando i sanguinosi abusi commessi da miliziani di Hamas.
Ma quell'espressione di dissenso non va dritto alla gale! La denuncia per istigazione alla violenza è stata presentata contro il presidente di Api. Un atto che sembra essere un chiaro tentativo di intimidire chi si espone, con coraggio e coscienza, per difendere la verità e denunciare i crimini contro il popolo palestinese.
La solidarietà di Api è stata più che evidente: "Colpire Hannoun significa colpire chi, da più di quarant'anni, vive in Italia come parte attiva della comunità... La sua presenza, la sua parola e il suo impegno sono testimonianze viventi di una storia di resistenza che attraversa frontiere e generazioni". E poi: "La nostra voce non si fermerà. Oggi, come sempre, noi denunciamo con fermezza ogni forma di repressione, di censura e di intimidazione. Mohammad Hannoun è ogni persona libera che lotta contro l'ingiustizia. È tutti noi".
Ecco, dunque, un caso molto grave che sembra essere stato manomesso da interessi politici e giudiziari. La libertà di espressione e la solidarietà verso chi vive sotto occupazione, esilio e apartheid sono diritti fondamentali, che non devono essere messi alla prova.