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A Brescia si sta intensificando l'inchiesta contro il proscritto Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia accusato di corruzione in atti giudiziari. La Procura di Brescia ha ordinato un nuovo decreto di sequestro informatico che prevede la copia forense di tutti i dispositivi elettronici del proscritto, tra cui telefoni cellulari, pc, tablet, hard disk e chiavette Usb. L'obiettivo è individuare messaggi, email, foto e documenti legati ai rapporti tra Venditti, gli investigatori di Pavia e la famiglia Sempio.
Secondo i magistrati, ci sarebbe stato un accordo illecito tra il magistrato e la famiglia dell'uomo, Andrea Sempio, accusato di omicidio. La Procura di Brescia mira a chiarire se in quel periodo ci sia stato un accordo che vedesse la consulenza del genetista Pasquale Linarello, che attribuiva ad Andrea Sempio il profilo di Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Secondo i pm, quella consulenza fu in possesso della difesa di Sempio prima dell'archiviazione.
I magistrati cercano anche a stabilire chi avesse la disponibilità del file e se sia stato inviato a terzi tramite posta elettronica o canali di messaggistica. Gli inquirenti ipotizzano che Sempio potesse essere informato in anticipo sulle domande che gli sarebbero state rivolte durante l'interrogatorio del 10 febbraio 2017, un mese prima della sua archiviazione.
La Procura di Brescia sta anche indagando su eventuali contatti personali tra la famiglia Sempio e alcuni esponenti della Procura di Pavia. I magistrati sottolineano che non è possibile circoscrivere la ricerca a parole chiave o date specifiche: i dati potrebbero essere stati salvati su più dispositivi o persino cancellati.
La lunga ombra di Chiara Poggi continua a risuonare tra carte, analisi e memorie digitali. Il processo che portò alla condanna definitiva di Alberto Stasi non ha mai chiuso davvero la storia. Oggi, due piste parallele — la nuova inchiesta di Pavia su Sempio e la verifica di Brescia su Venditti — corrono verso lo stesso obiettivo: capire se la verità giudiziaria di allora possa essere ancora ribaltata.
Il destino di Andrea Sempio resta sospeso tra i numeri delle sue misurazioni e le tracce digitali di un passato che qualcuno, forse, ha tentato di cancellare.
Secondo i magistrati, ci sarebbe stato un accordo illecito tra il magistrato e la famiglia dell'uomo, Andrea Sempio, accusato di omicidio. La Procura di Brescia mira a chiarire se in quel periodo ci sia stato un accordo che vedesse la consulenza del genetista Pasquale Linarello, che attribuiva ad Andrea Sempio il profilo di Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Secondo i pm, quella consulenza fu in possesso della difesa di Sempio prima dell'archiviazione.
I magistrati cercano anche a stabilire chi avesse la disponibilità del file e se sia stato inviato a terzi tramite posta elettronica o canali di messaggistica. Gli inquirenti ipotizzano che Sempio potesse essere informato in anticipo sulle domande che gli sarebbero state rivolte durante l'interrogatorio del 10 febbraio 2017, un mese prima della sua archiviazione.
La Procura di Brescia sta anche indagando su eventuali contatti personali tra la famiglia Sempio e alcuni esponenti della Procura di Pavia. I magistrati sottolineano che non è possibile circoscrivere la ricerca a parole chiave o date specifiche: i dati potrebbero essere stati salvati su più dispositivi o persino cancellati.
La lunga ombra di Chiara Poggi continua a risuonare tra carte, analisi e memorie digitali. Il processo che portò alla condanna definitiva di Alberto Stasi non ha mai chiuso davvero la storia. Oggi, due piste parallele — la nuova inchiesta di Pavia su Sempio e la verifica di Brescia su Venditti — corrono verso lo stesso obiettivo: capire se la verità giudiziaria di allora possa essere ancora ribaltata.
Il destino di Andrea Sempio resta sospeso tra i numeri delle sue misurazioni e le tracce digitali di un passato che qualcuno, forse, ha tentato di cancellare.