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I registi e gli attori di spettacolo italiani si sono riuniti sul red carpet della Festa del Cinema di Roma per protestare contro i tagli previsti dalla manovra finanziaria. "Siamo preoccupati" ha dichiarato Vittoria Puccini, una delle fondatrici dell'Unita, associazione che unisce registi, attori e maestranze del teatro e dell'audiovisivo.
La protesta è stata organizzata in occasione del premio Unita, che si tiene ogni anno per riconoscere i meriti di registi, attori e maestranze del settore. Quest'anno, tuttavia, la sfilata ha preso una piega diversa: i nomi più noti dello spettacolo italiano, come Paola Cortellesi e Fabrizio Gifuni, hanno lasciato la parola a professionisti meno conosciuti, che lavorano dietro le quinte.
Tra questi c'è la giovane operatrice di macchina di cui ha parlato Puccini, che "fatica ad arrivare alla fine del mese come tutti i lavoratori". La Puccini sottolinea che il cinema non è solo la Festa del Cinema, ma un settore che si fa ogni giorno con dei lavoratori che fanno fatica ad arrivare a casa, e che i tagli alla cultura sono "tagli al futuro".
I fondi destinati ai fondi per il cinema e l'audiovisivo dovrebbero essere 150 milioni di euro nel 2026 e 200 milioni nel 2027. Ma è proprio questi lavoratori che si sentiranno più toccati dai tagli, che rischiano di essere eliminati o ridotti notevolmente.
La protesta è stata organizzata in occasione del premio Unita, che si tiene ogni anno per riconoscere i meriti di registi, attori e maestranze del settore. Quest'anno, tuttavia, la sfilata ha preso una piega diversa: i nomi più noti dello spettacolo italiano, come Paola Cortellesi e Fabrizio Gifuni, hanno lasciato la parola a professionisti meno conosciuti, che lavorano dietro le quinte.
Tra questi c'è la giovane operatrice di macchina di cui ha parlato Puccini, che "fatica ad arrivare alla fine del mese come tutti i lavoratori". La Puccini sottolinea che il cinema non è solo la Festa del Cinema, ma un settore che si fa ogni giorno con dei lavoratori che fanno fatica ad arrivare a casa, e che i tagli alla cultura sono "tagli al futuro".
I fondi destinati ai fondi per il cinema e l'audiovisivo dovrebbero essere 150 milioni di euro nel 2026 e 200 milioni nel 2027. Ma è proprio questi lavoratori che si sentiranno più toccati dai tagli, che rischiano di essere eliminati o ridotti notevolmente.