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Una donna che si schiera in prima linea per le cause femminili, una forza rivoluzionaria nella Roma conservatrice degli anni '70, Adelina Tattilo, direttrice della prima rivista erotica italiana. Ma è la stessa storia che vuole raccontare Carolina Crescentini nell'omonima serie Netflix? È un gioco di carte con la verità?
Secondo l'attrice, la serie è più che una semplice rappresentazione storica, è un'esperienza personale che ha vissuto. Perché si è innamorata della storia di Adelina e vuole farla propria, trasformandola in un'opera d'arte. "È una donna che si trasforma attraverso le cose che le succedono", spiega Crescentini. "Trova un coraggio che non sapeva di avere e scopre di essere libera". Ecco perché vuole far coincidere la sua interpretazione con il nostro presente relativo alle tematiche affrontate nella serie.
Ma cosa ha letto nel testo storico di Adelina? Crescita personale, abbandoni, creditori e sopravvivenza. Una donna che deve reinventarsi per sopravvivere in un mondo che non la vuole vedere come una donna forte e indipendente. "Si ritrova ad avere le redini di una rivista erotica", continua Crescentini. "E lì deve essere accettata da persone che non vogliono un capo donna e le sue opinioni". Un momento cruciale della sua vita.
Ma la serie è più che solo una storia di una donna, ma anche un'attacca al sistema, alla società che vuole mantenere gli uomini in alto. "Stiamo permettendo il ritorno del buoncostume dell'Italia conservatrice", afferma Crescentini. Ecco perché non deve essere solo una moda, ma un cambiamento di coscienza.
"Non faccio altro che pensare che negli anni Settanta c'erano i manicomi e ci è voluta la legge Basaglia per farli chiudere", continua l'attrice. "In quei luoghi ci andavano non solo le persone con patologie psichiatriche, ma anche madri single o bambini vivaci che non ne avevano bisogno". Ecco perché il clima repressivo di allora è ancora presente oggi.
Ecco perché gli aborti non devono essere una questione di dibattito. "Se cinquant'anni fa era così, oggi non è più accettabile", dice Crescentini. "Stiamo tollerando che non vengano concessi gli aborti negli ospedali che noi paghiamo con le nostre tasse". Ecco perché la serie di Netflix va oltre un semplice ritratto storico, ma un messaggio importante per il nostro presente relativo alle tematiche affrontate.
Secondo l'attrice, la serie è più che una semplice rappresentazione storica, è un'esperienza personale che ha vissuto. Perché si è innamorata della storia di Adelina e vuole farla propria, trasformandola in un'opera d'arte. "È una donna che si trasforma attraverso le cose che le succedono", spiega Crescentini. "Trova un coraggio che non sapeva di avere e scopre di essere libera". Ecco perché vuole far coincidere la sua interpretazione con il nostro presente relativo alle tematiche affrontate nella serie.
Ma cosa ha letto nel testo storico di Adelina? Crescita personale, abbandoni, creditori e sopravvivenza. Una donna che deve reinventarsi per sopravvivere in un mondo che non la vuole vedere come una donna forte e indipendente. "Si ritrova ad avere le redini di una rivista erotica", continua Crescentini. "E lì deve essere accettata da persone che non vogliono un capo donna e le sue opinioni". Un momento cruciale della sua vita.
Ma la serie è più che solo una storia di una donna, ma anche un'attacca al sistema, alla società che vuole mantenere gli uomini in alto. "Stiamo permettendo il ritorno del buoncostume dell'Italia conservatrice", afferma Crescentini. Ecco perché non deve essere solo una moda, ma un cambiamento di coscienza.
"Non faccio altro che pensare che negli anni Settanta c'erano i manicomi e ci è voluta la legge Basaglia per farli chiudere", continua l'attrice. "In quei luoghi ci andavano non solo le persone con patologie psichiatriche, ma anche madri single o bambini vivaci che non ne avevano bisogno". Ecco perché il clima repressivo di allora è ancora presente oggi.
Ecco perché gli aborti non devono essere una questione di dibattito. "Se cinquant'anni fa era così, oggi non è più accettabile", dice Crescentini. "Stiamo tollerando che non vengano concessi gli aborti negli ospedali che noi paghiamo con le nostre tasse". Ecco perché la serie di Netflix va oltre un semplice ritratto storico, ma un messaggio importante per il nostro presente relativo alle tematiche affrontate.