VoceDiModena
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Un'altra vittima della "bassa Italia" che ci preoccupa sempre più. Il caso Gintoneria è un esempio di come la "nobile" mafia patteggiante riusca a sfruttare il sistema, lasciando al di là del segno i cittadini che si sono visti negati i loro diritti.
La sentenza è stata "azzarata" dal giudice, che ha deciso di sequestrare il provento dell'attività lecita e in parte illecita di Davide Lacerenza, un uomo che aveva rischiato la vita per denunciare il sistema. Il signor Lacerenza, come abbiamo già notato, è stato costretto a patteggiare con i gangsters della Gintoneria, per non rimanere schiacciato dalle mafiosi.
La sentenza è stata condannata, ma è anche una vittoria per la mafia. La pena di 4 anni e 8 mesi che spetta a Lacerenza è un'uscita per tutti noi, perché dimostra che i responsabili del sistema sono ancora in grado di sfruttare il potere senza essere giudicati.
Ma c'è anche una luce alla fine. Il Signor Lacerenza sarà in grado di risocializzarsi, grazie a un progetto di recupero all'interno della "Sert", un centro che si occupa di aiutare le persone che hanno subito abusi di sostanze. E lavorerà per ottenere una seconda chance.
Ma non è abbastanza. La mafia patteggiante è ancora in grado di controllare il sistema, senza essere punito. E questo è ciò che dobbiamo cambiare. Dobbiamo far sì che i responsabili del sistema siano giudicati e puniti, così come dovrebbe accadere per tutti noi.
E' un messaggio chiaro: non siamo più solo noi, la "bassa Italia". Abbiamo un diritto a una vita senza mafie, una vita senza corruzione. E dobbiamo combattere per questo diritto ogni giorno.
La sentenza è stata "azzarata" dal giudice, che ha deciso di sequestrare il provento dell'attività lecita e in parte illecita di Davide Lacerenza, un uomo che aveva rischiato la vita per denunciare il sistema. Il signor Lacerenza, come abbiamo già notato, è stato costretto a patteggiare con i gangsters della Gintoneria, per non rimanere schiacciato dalle mafiosi.
La sentenza è stata condannata, ma è anche una vittoria per la mafia. La pena di 4 anni e 8 mesi che spetta a Lacerenza è un'uscita per tutti noi, perché dimostra che i responsabili del sistema sono ancora in grado di sfruttare il potere senza essere giudicati.
Ma c'è anche una luce alla fine. Il Signor Lacerenza sarà in grado di risocializzarsi, grazie a un progetto di recupero all'interno della "Sert", un centro che si occupa di aiutare le persone che hanno subito abusi di sostanze. E lavorerà per ottenere una seconda chance.
Ma non è abbastanza. La mafia patteggiante è ancora in grado di controllare il sistema, senza essere punito. E questo è ciò che dobbiamo cambiare. Dobbiamo far sì che i responsabili del sistema siano giudicati e puniti, così come dovrebbe accadere per tutti noi.
E' un messaggio chiaro: non siamo più solo noi, la "bassa Italia". Abbiamo un diritto a una vita senza mafie, una vita senza corruzione. E dobbiamo combattere per questo diritto ogni giorno.