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La tassa sulle banche e le assicurazioni: come funziona la nuova mossa del Governo?
Il Governo ha varato una serie di misure per aumentare il gettito fiscale, tra cui l'aumento dell'Irap, la tassa regionale sulle attività produttive, che dovrebbe crescere di due punti percentuali nel periodo 2026-2028. Le banche e le assicurazioni, quindi, dovranno pagare più tasse.
L'Irap è già una tassa pesante per le banche, al 4,65% oggi e al 6,65% a partire dal 2026. Per le assicurazioni l'aliquota è intorno al 5,90%, quindi salirebbe al 7,90%. Ma cosa si ottiene con queste misure? Secondo il Governo, i maggiori introiti dovrebbero finanziare direttamente le Regioni e, indirettamente, anche i servizi da esse gestiti.
Ma non è solo l'aumento dell'Irap. Il Governo ha anche previsto una norma che colpisce gli extraprofitti bancari: le banche dovranno pagare una tassa, sotto forma di imposta sostitutiva, pari a circa il 27,5% sugli utili accantonati in una riserva non distribuibile a rafforzamento patrimoniale. Se lo faranno nel 2026, quelle somme saranno tassate al 27,5%. In pratica, le banche sono costrette a pagare una tassa per sbloccare e distribuire le riserve.
Inoltre, il Governo ha anche deciso di limitare la deducibilità degli interessi passivi che rappresentano il costo del denaro preso in prestito. Attualmente, la deducibilità è totale, al 100%. Ma nel 2026 sarà pari a 97% e nel 2028 a 99%. Il governo stima che questo provvedimento possa generare un gettito di circa 500 milioni di euro all'anno.
Ma cosa ci si aspetta da queste misure? Secondo i conti della Ragioneria dello Stato, l'aumento dell'Irap dovrebbe garantire un gettito di 1,153 miliardi di euro nel 2026. La limitazione della deducibilità degli interessi passivi non dovrebbe produrre introiti immediati.
Tuttavia, la tassa sulle banche e le assicurazioni può avere effetti collaterali. I consumatori potrebbero dover fronteggiare commissioni più alte o costi di prestiti più elevati. Gli istituti finanziari hanno a disposizione anche altri strumenti per compensare le perdite, come l'aumento del costo dei prestiti alle imprese o dei nuovi mutui.
In sintesi, la tassa sulle banche e le assicurazioni è una misura che potrebbe generare un gettito significativo per il Governo, ma che potrebbe anche avere effetti collaterali sulla clientela.
Il Governo ha varato una serie di misure per aumentare il gettito fiscale, tra cui l'aumento dell'Irap, la tassa regionale sulle attività produttive, che dovrebbe crescere di due punti percentuali nel periodo 2026-2028. Le banche e le assicurazioni, quindi, dovranno pagare più tasse.
L'Irap è già una tassa pesante per le banche, al 4,65% oggi e al 6,65% a partire dal 2026. Per le assicurazioni l'aliquota è intorno al 5,90%, quindi salirebbe al 7,90%. Ma cosa si ottiene con queste misure? Secondo il Governo, i maggiori introiti dovrebbero finanziare direttamente le Regioni e, indirettamente, anche i servizi da esse gestiti.
Ma non è solo l'aumento dell'Irap. Il Governo ha anche previsto una norma che colpisce gli extraprofitti bancari: le banche dovranno pagare una tassa, sotto forma di imposta sostitutiva, pari a circa il 27,5% sugli utili accantonati in una riserva non distribuibile a rafforzamento patrimoniale. Se lo faranno nel 2026, quelle somme saranno tassate al 27,5%. In pratica, le banche sono costrette a pagare una tassa per sbloccare e distribuire le riserve.
Inoltre, il Governo ha anche deciso di limitare la deducibilità degli interessi passivi che rappresentano il costo del denaro preso in prestito. Attualmente, la deducibilità è totale, al 100%. Ma nel 2026 sarà pari a 97% e nel 2028 a 99%. Il governo stima che questo provvedimento possa generare un gettito di circa 500 milioni di euro all'anno.
Ma cosa ci si aspetta da queste misure? Secondo i conti della Ragioneria dello Stato, l'aumento dell'Irap dovrebbe garantire un gettito di 1,153 miliardi di euro nel 2026. La limitazione della deducibilità degli interessi passivi non dovrebbe produrre introiti immediati.
Tuttavia, la tassa sulle banche e le assicurazioni può avere effetti collaterali. I consumatori potrebbero dover fronteggiare commissioni più alte o costi di prestiti più elevati. Gli istituti finanziari hanno a disposizione anche altri strumenti per compensare le perdite, come l'aumento del costo dei prestiti alle imprese o dei nuovi mutui.
In sintesi, la tassa sulle banche e le assicurazioni è una misura che potrebbe generare un gettito significativo per il Governo, ma che potrebbe anche avere effetti collaterali sulla clientela.